Il programma di lavoro della struttura governativa

Le ambizioni della nuova dirigenza aspettano la prova dei fatti

Il Presidente Stefano Zamagni e i Consiglieri (Giampiero Rasimelli, Marida Bolognesi, Massimo Palombi, Edoardo Patriarca, Adriano Propersi, Emanuele Rossi, Gabriella Stramaccioni, Sergio Travaglia, assenti Paola Severini e Luca Antonini), da poco nominati con DPCM del 15 gennaio 27, hanno varato il programma di attività dell’Agenzia per le Onlus. Come precisa il DPCM 329/21, l’Agenzia si occupa non solo di ONLUS, ma anche di “terzo settore ed enti non commerciali" (art. 3 comma 1).

Il primo mandato dell’Agenzia da poco concluso ha necessariamente dovuto incentrare la propria attività sul versante della vigilanza e del controllo. In tal senso è da annoverarsi il Protocollo d’intesa siglato con la Guardia di Finanza nell’ottobre 25.

C’è l’impegno, su questo tema, da parte dell’attuale composizione dell’Agenzia per le ONLUS, di provvedere alla stipula di un accordo con l’Agenzia delle Entrate, che si rivelerà determinante per porre in connessione i due enti e soprattutto beneficiare dell’attività ispettiva svolta direttamente dall’Agenzia delle Entrate.

Occorre, infatti, sottolineare che l’Agenzia per le ONLUS, per normativa istitutiva, non possiede ispettori propri e non ha potere sanzionatorio diretto. Se il primo mandato è stato quindi improntato sull’attività di vigilanza e controlllo, il secondo ed attuale mandato si propone a pieno titolo come quello della promozione e dell’indirizzo.

Strumenti importanti per conseguire gli importanti obiettivi nell’ambito di questo quinquennio saranno:
1) ampliamento e approfondimento delle audizioni, fondamentale punto di interlocuzione con il composito mondo del Terzo Settore; intensificare il colloquio con esponenti e rappresentanti del nonprofit italiano permetterà all’Agenzia di interpretarne meglio le aspettative e sarà suo specifico compito istituzionale tradurle in proposte al Legislatore;
2) organizzazione di seminari di studio con le Direzioni Regionali dell’Agenzia delle Entrate e con la Guardia di Finanza. Il fine è quello di facilitare la promozione di una cultura del Terzo Settore in questi ambiti più squisitamente orientati alla ricerca di situazioni difformi rispetto alla norma.

Un’altra priorità dell’attuale mandato è l’attivazione di una “manutenzione legislativa” a dieci anni dall’approvazione del D.Lgs. 46/97 ed in considerazione della modifica del Codice Civile attualmente oggetto di studio di un’apposita commissione. Se il Parlamento procederà ad approvare gli esiti del lavoro di tale collegio, nei termini definiti dalla commissione di lavoro, il Terzo settore avrà un rilancio notevolissimo, tale da richiedere un cambiamento strutturale all’Agenzia per le ONLUS.

Tale cambiamento, obiettivo sostanziale di questo quinquennio, si sostanzia nella trasformazione dell’Agenzia in Autorità a tutti gli effetti, con poteri da una parte ispettivi e sanzionatori, ma soprattutto di riferimento autorevole e reale supporto al settore, rispondendo anche ad una esigenza di una normativa omogenea su tutto il territorio nazionale e un assetto più organico dello stesso (basti pensare che, come emerge da una ricerca condotta dall’Agenzia e divulgata dalla “Pubblicazione dell’Ufficio di Presidenza”, in Italia vi sono circa 25 Registri che a vario titolo mappano organismi di Terzo settore).

La consapevolezza dell’esistenza di una grossa percentuale di Terzo Settore “nascosto” e quindi sottorappresentato dai dati attualmente esistenti, ha spinto l’Agenzia per le ONLUS a prendere accordi con l’ISTAT affinché si proceda in brevissimo tempo ad una nuova rilevazione statistica attraverso un long form, che, pubblicata nel 29, sostituirà gli attuali dati disponibili risalenti all’ultimo censimento del nonprofit italiano datato 1999 e reso noto nel 21.

Un’apertura Europea contraddistinguerà lo sviluppo dell’Agenzia per le ONLUS che da subito valorizzerà la propria presenza nell’ambito del CESE ( Comitato Economico e Sociale Europeo) al fine di poter esportare la tradizione e la cultura del nonprofit italiano.

Zamagni, infine, ha esortato il mondo dell’informazione e della comunicazione, in particolare la televisione: troppo poco spazio viene dedicato in termini di tempo e di affondo, alla promozione del Terzo Settore. Un salto culturale deve contraddistinguere gli anni a venire, anni in cui si auspica i mass media siano più disposti a premiare la parte virtuosa del settore.

In conclusione, siamo di fronte ad un programma molto ambizioso che aspetta però di essere verificato dalla vita concreta della società civile italiana.