Offerte diverse chiavi di lettura del sistema giuridico dell’Unione Europea e dei suoi rapporti con gli Stati membri, in primo luogo l’Autore asserisce il carattere giuridico e giustiziabile del principio in esame senza tacere possibili limiti e problemi connessi a tale affermazione.
Viene quindi esaminata la valenza del principio di sussidiarietà nell’ambito dell’attività e del rapporto pubblico-privato: la sussidiarietà, che si può riconoscere come fondamento della deregolamentazione amministrativa e della liberalizzazione di molte attività, funge da limite all’azione pubblica e da garanzia delle sfere di libertà ogniqualvolta non sia necessaria una disciplina a garanzia dell’uguaglianza sostanziale, della solidarietà, dei diritti sociali.
La sussidiarietà rileva anche nei rapporti tra le discipline procedimentali, comunitaria e nazionale: essa infatti è alla base di molti procedimenti composti, ovvero è il principio che ne informa base giuridica, criteri sostanziali di disciplina e profili di giustiziabilità, aprendo così il campo a importanti innovazioni nel procedimento amministrativo.
L’Autore contestualizza e valorizza poi il principio in esame in una dimensione prettamente organizzativa: la sussidiarietà costituisce un freno ad un ulteriore sviluppo dell’amministrazione comunitaria diretta e un incentivo al processo di integrazione delle amministrazioni pubbliche nazionali e comunitaria. Possono così emergere nuovi organismi giuridici similari all’agenzia ma anche nuove forme di organizzazione amministrativa all’interno della stessa struttura comunitaria.
Infine, dopo una ricostruzione dell’evoluzione storica dell’amministrazione comunitaria e dei suoi rapporti con quelle nazionali, vengono presentati alcuni casi giurisprudenziali per illustrare possibili svolgimenti del principio di sussidiarietà e per analizzare la situazione del diritto amministrativo nonché delle amministrazioni pubbliche europee.