Mentre la Campania si trova da 14 anni in emergenza rifiuti, dall’altro lato dell’Atlantico i residui si trasformano in ricchezza. In Argentina si chiamano cartoneros, in Brasile catadores, in Uruguay clasificadores e fanno parte dell’esercito di lavoratori informali dell’America Latina. Raccolgono rifiuti per le strade delle grandi cittá del continente e rivendono il materiale differenziato per sopravvivere insieme alla proprie famiglie.
Solo in Uruguay, un paese di 3 milione e mezzo di abitanti si contano 25. clasificadores, 15 nella sola Montevideo. Vivono nei cantegrill, baraccopoli alla periferia delle città, costituite da case di lamiera e cartone, dove fame, analfabetismo, violenza ed emarginazione assalgono i suoi abitanti come in un vortice. Grazie al loro lavoro un terzo dei rifiuti della capitale viene differenziato, processato ed immesso sul mercato. Nel 22 è nata l’Unione di Classificatori di Residui Urbani Solidi (Ucrus), un sindacato che si occupa di denunciare le condizioni precarie ed i rischi sanitari legati all’informalitá, e rappresenta uno strumento di dialogo con le istituzioni e con le organizzazioni di solidarietà internazionale.
All’Uruguay si affiancano il Brasile, dove dal 1999 esiste il Movimento Nazionale di Classifciatori di Materiale Riciclabile (MNCMR) e l’Argentina, che nel 26 ha approvato la Legge di Gestione Integrale dei Rifiuti Solidi Urbani, basata sul principio rifiuti zero. Un tema che interessa anche gli obiettivi di sviluppo del millennio delle Nazioni Unite, in particolare il settimo, quello che riguarda la sostenibilità ambientale ed auspica una riduzione delle emissioni di gas serra. Tra questi si ritrova il gas metano, tra i principali prodotti di decomposizione che si originano dalle discariche.
Dall’8 al 1 novembre di quest’anno sarà organizzato in Colombia il terzo congresso Latino Americano di classificatori che, ospitando delegati da vari paesi al di fuori della regione, diventerà il primo congresso mondiale sulla tematica. Tra le altre presenze è prevista la partegipazione di China, Egitto, India, Sudafrica, Europa e Stati Uniti. L’obiettivo principale é sostenere un modello di gestione dei rifiuti che preveda la differenziazione, il riutilizzo ed il riciclaggio, come alternative alle discariche ed agli inceneritori. Alternative che evitano la concentrazione dei rifiuti e della ricchezza e favoriscono la creazione di impiego e la sostenbilità ambientale.