Le risorse non mancano, anzi: dai 55 milioni di euro stanziati nel 25, passando per i 74 milioni del 26, si arriva agli oltre 8 milioni per il 27. Secondo l’assessore alle politiche sociali Gianni Salvatori “i livelli base di cittadinanza sociale e la stipula di patti territoriali tra tutti gli attori presenti sul territorio, sono tra loro strettamente collegati. Dalla loro integrazione dipende la possibilità di omogeneizzare a livello regionale la spesa sociale ed il livello dei servizi”.
L’idea dei livelli base di cittadinanza sociale si riferisce all’attivazione di una serie di strumenti quali i punti unici di accesso (sportelli ai quali le famiglie potranno rivolgersi per avere tutte le risposte per l’accesso ai servizi), il segretariato sociale per l’informazione e l’orientamento, il servizio sociale professionale o il pronto soccorso sociale.
“La realizzazione di tutto ciò – sottolinea però Salvatori – è possibile soltanto se tutti soggetti presenti sul territorio (istituzioni, privato sociale, mondo del volontariato, terzo settore, sindacati, categorie economiche) sono in grado di impegnarsi, nell’ambito delle proprie competenze, a collaborare, a garantire la massima partecipazione”. La struttura complessiva del nuovo piano sociale, spiega l’assessore, è in grado di funzionare solo se si realizza questa “traduzione in pratica del principio di sussidiarietà orizzontale, proprio per raggiungere, nella programmazione, la più ampia rappresentazione degli interessi dei cittadini e di condivisione delle modalità di risposta al bisogno”.