All’origine dell’associazione l’iniziativa dei fratelli Figini, che decisero di accogliere un ragazzo
sieropositivo nella loro cascina sulle colline di Como. Da questo gesto iniziale si è giunti a dar vita ad una comunità di persone che, ad oggi, comprende quattro famiglie con 14 figli naturali, 24 ragazzi in affido residenziale (il massimo consentito dalla legge è 6 ciascuno) e circa 6 ragazzi in affido diurno.
L’associazione inoltre beneficia dell’aiuto di volontari ed altre famiglie che mettono a disposizione parte del loro tempo.
Dal lato istituzionale, nella realizzazione di questa esperienza di cittadinanza attiva, sono coinvolte direttamente sia la Regione Lombardia sia la Provincia di Como. Entrambi i soggetti pubblici, nell’evoluzione dello sviluppo dell’attività della casa di accoglienza, hanno fornito risorse economiche per finanziare parte dei progetti cui destinatari sono i bambini.
Tante sono le personalità e le motivazioni di chi spontaneamente si è riunito insieme perché aveva in comune un’unica passione: difendere e promuovere quel bene comune che è lo sviluppo dell’integrità della persona che passa anche attraverso l’educazione.
Come raccontano i Figini, non ci sono metodi particolari per curare i ragazzi che provengono da famiglie in difficoltà: “L’unico metodo è la passione autentica per la vita dei ragazzi in affido”.
In allegato la scheda dettagliata.