Per partecipare e attivarsi come cittadini è fondamentale che siano riconosciuti e garantiti i diritti sociali

In maniera ironica, talvolta provocatoria, generale, ma non generalista, l’autore puntualizza i punti chiave della democrazia occidentale. Così è soprattutto un libro che invita alla riflessione sulla generosità della democrazia, sempre potenzialmente a rischio, ma affidata essenzialmente alla cura dei cittadini. Ma è utile leggere questo libro, adatto a tutti, perché questo pamphlet può apparire come la cornice ideale in cui contestualizzare la cittadinanza attiva, termine inflazionato nel dibattito attuale, frame importante da non dare per scontato.

Così l’autore in maniera semplice, ma mai banale, in 3 lezioni pensate prima per la televisione e poi approfondite diventando questo libro, prova a mantenere viva quella "speranzella" di far riflettere le persone, giovani in primis, sull’epoca in cui viviamo lanciando spunti e provocazioni. Il tutto per non arrendersi all’idea di Ortega y Gasset di un "cittadino invertebrato" che non sa affrontare le sfide a cui è chiamato (pp.99-1).

Dalla lezione 1, Sartori inizia a chiarire il significato etimologico di democrazia partendo dai Greci, passando per i Romani fino a riflettere su che cos’è la democrazia e a come si può quantificare (lezione 1). Ogni lezione ha un titolo diverso, affronta una caratteristica democratica peculiare, ma è anche vero che ognuna è collegata all’altra da un inestricabile filo rosso che è il liberalismo e che accompagna la definizione della democrazia moderna. Altro punto interessante è la lezione 2 dove focalizza la diversità fra la titolarità di un diritto e l’esercizio di tale diritto, ricordandoci che il potere effettivo è sempre di chi lo esercita declinandolo anche nella democrazia rappresentativa. O ancora la lezione 13 dove approfondisce il concetto di libertà politica sottolineando l’importanza della successione delle "libertà di" alle "libertà da" proprio perchè la legge è allo stesso tempo coercizione e tutela, costituita da norme che si applicano indistintamente a tutti.

Nell’ultima lezione Sartori si chiede se la democrazia è in pericolo, chiudendo il cerchio da cui era partito. Se all’inizio del libro si augura (citando un epigramma del Giusti "Il fare un libro non è men che niente /se il libro fatto non rifà la gente") di tener viva una speranza sulle generazioni future, alla fine lancia una provocazione che lascia però una porta socchiusa.

E credo che questa porta sia anche un po’ il libro stesso. Nel provare a capire ogni giorno come si fa a essere cittadini, qual è il modo ideale di esercitare i nostri diritti e doveri, credo che questo pamphlet sia un, semplice ma non banale, strumento di orientamento per focalizzare i confini entro cui agiamo. Proprio perchè, per partecipare e attivarsi come cittadini, per prendersi cura della comunità in cui si vive, sempre nell’interesse generale, è fondamentale che siano riconosciuti e garantiti i diritti di libertà e i diritti sociali.