Nel corso degli ultimi anni il cosiddetto terzo settore ha assunto una sempre più crescente centralità  nella costruzione del nuovo Welfare society

La prima parte si apre con una ricostruzione del terzo settore nella dimensione costituzionale ad opera di Giulia Tiberi. L’Autrice, dopo una breve ricostruzione del significato storico e giuridico del terzo settore, ricorda come questo a tutt’oggi non goda di una legislazione ordinaria organica, nonostante, nel corso degli ultimi anni abbia assunto una sempre più crescente centralità nella costruzione del nuovo Welfare society.

Oggi, tanto più alla luce dell’art. 118 della Costituzione che ha costituzionalizzato il principio di sussidiarietà orizzontale, il terzo settore ne esce ancor più rafforzato proprio perché, coloro che vi operano, sono riconducibili a “l’autonoma iniziativa dei cittadini singoli o associati” cui fa riferimento l’art. 118 ultimo comma. La prima parte inoltre si compone di un’approfondita analisi di tutte le forme giuridiche che può assumere il terzo settore. In distinti capitoli vengono trattati le associazioni di promozione sociale, le cooperative sociali, il volontariato, le fondazioni di scopo, le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, le organizzazioni non governative, l’impresa sociale.

La seconda parte del libro è invece dedicata a un’analisi “dinamica” del ruolo dei soggetti del terzo settore nella società e in particolar modo tenendo conto del livello di interazione con la pubblica amministrazione. L’analisi parte con una trattazione sulla partecipazione del terzo settore alle attività di pianificazione e programmazione delle politiche di settore, dove si pone l’attenzione sia sulla programmazione nazionale che su quella regionale. In seno a questo paragrafo si trova una diffusa descrizione riguardante l’Osservatorio Nazionale dell’Associazionismo, l’Osservatorio Nazionale per il Volontariato, gli organi consultivi del Ministero per i bene e le attività culturali, l’Agenzia per le Onlus, e il Fondo Nazionale per le politiche sociali. Accanto a questa prima panoramica su istituti e strumenti nazionali, viene sviluppata una seconda parte riguardante la partecipazione del terzo settore alle politiche regionali.
Il capitolo successivo realizzato da F. Gagliarducci, F. Giglioni, A. Iurleo, F. Parisi, e G. Serafini, si incentra sul rapporto tra PA e terzo settore nell’ottica degli acquisti etici costituendo un interessante approfondimento per poter comprendere come anche la sfera pubblica possa sempre più rapportarsi a modelli di consumo etico e solidale.
La seconda parte del libro inoltre è costituita da un saggio relativo all’affidamento delle attività di pubblico interesse in capo a soggetti del terzo settore, successivamente viene presentata un’analisi sulle nuove frontiere di finanziamento del terzo settore ed infine c’è un ultimo capitolo riguardante la partecipazione del terzo settore alla qualità dello sviluppo.

Nelle conclusioni si pone di nuovo l’esigenza di addivenire ad una legislazione organica della materia, ad esempio attraverso un testo unico del terzo settore capace di “eliminare le contraddizioni normative e le duplicazioni e, soprattutto, favorire un confronto tra i diversi soggetti che compongono il mondo del terzo settore promuovendo la partecipazione e la co-programmazione”.
Il libro è inoltre impreziosito dalla postfazione di F. Bassanini, il quale ci offre una lettura complessiva del “fenomeno terzo settore” in chiave giuridica e politica riproponendo, in coerenza con lo spirito complessivo di tutta l’opera, l’idea che una corretta comprensione del fenomeno vada inserita in quella che lui definisce “Repubblica della sussidiarietà”.

Caterina Cittadino (a cura di), Dove lo Stato non arriva, Passigli Editori, 28