L’Autore osserva come negli ultimi 1 anni si sia proceduto alla progressiva affermazione di modelli regionali di welfare, a partire dalla riforma dell’assistenza con la legge n. 328/ che ha attribuito ai territori regionali il ruolo di interprete delle esigenze delle collettività di riferimento.
Il contesto sociale, le dimensioni e i rapporti con i privati sono gli elementi caratterizzanti tali diversi modelli di welfare, e connotano la governance regionale nell’ambito dei servizi socioassistenziali. L’analisi prende le mosse dalla prima regionalizzazione degli anni settanta e ripercorre tutte le tappe che hanno portato alla riforma del Titolo V della Costituzione.
Centro della riflessione è legato al cambiamento dei sistemi di regolazione dei servizi socioassistenziali che ha investito i rapporti tra enti pubblici e settore privato, in particolare del cd "privato sociale".
L’Autore analizza in maniera specifica e dettagliata i due modelli di welfare regionale offerti dalla Lombardia e dalla Toscana, sottolineando come "gli stili di governance non sono semplici repliche di un modello generale imposto da processi di isomorfismo istituzionale, ma scelte determinate da precise opzioni relative al ruolo programmatorio regionale, allo stile di regolazione del privato sociale, al ruolo sociale ipotizzato per le famiglie e così via".
PESENTI L., Il welfare in transizione. Le Regioni e la sfida della sussidiarietà, Edizioni Lavoro, Roma, 25.