Anche nei momenti più oscuri della democrazia americana, la salvaguardia del bene comune non è mai stata messa in discussione. E questo svela da dove origina la estrema capacità di recupero di un paese che ha attraversato e sempre superato con slancio le crisi di sistema che in altri ordinamenti hanno avuto esiti cruenti o autoritari.
Nelle conclusioni, che in maniera piuttosto evocativa si intitolano "We", gli autori illustrano le cinque lezioni che i framers della Costituzione federale hanno impartito alle successive generazioni di americani e che rappresentano la pietra angolare della più longeva costituzione scritta vigente.
La prima lezione è che l’individuo è di per sè egoista ma che è disposto a scambiare un beneficio con un altro e un interessere particolare con uno più generale se crederà che alla fine questo gli porterà un vantaggio maggiore. Il compito del governo è proprio quello di trovare queste aree di common ground. Quello è il luogo dove si può costruire il common good.
In secondo luogo, il governo deve rappresentare la valvola di sfogo della società. Esso incanala e rilascia le pressioni che derivano da interessi contrastanti.
Terzo, il processo politico è più importante del prodotto. Un programma imperfetto ma supportato da consenso può produrre un ottimo risultato (vedi la Costituzione americana). Un piano perfetto senza consenso può produrre solo conflitto e stallo (vedi il piano sanitario dei Clinton). Rispetto per il processo è, dunque, un presupposto vitale per il progresso. Se c’è poco rispetto per il processo, non è una sorpresa che ci sia poco progresso.
In quarto luogo, la forza del consenso è direttamente proporzionale al respito della rappresentanza e alla profondità della deliberation. Una sound-bite society in cui l’educazione civica è svanita ha poche basi per forgiare un consenso forte.
La quinta e ultima lezione è che qualsiasi interesse è speciale. I costituenti sarebbero senza dubbio meravigliati della dimensione e del potere raggiunto dalle corporations e dai sindacati. Ma non si troverebbero in difficoltà con l’idea che ciascuno ha i propri desideri e le proprie aspirazioni e che queste ispirano le loro opinioni e le loro adesioni ad alleanze e fazioni. Per i costituenti l’unica pregnante definizione di bene comune sarebbe l’accordo che emerge da un processo politico e legislativo inclusivo per risolvere il conflitto tra interessi (speciali) concorrenti.
Questi cinque insegnamenti sembrano essere alla base della rinnovata vitalità del sistema democratico americano, cui la vittoria di Barack Obama sembra aver dato nuova e giovane linfa vitale.