Una giornata trentina di partecipazione attiva

Si vuole sottolineare la fortissima potenzialità  che ha la comunicazione, nel senso di relazione-ascolto.

L’arena del dialogo

La palestra Damiano Chiesa a Rovereto (TN) è la sede che domenica 2 settembre ha raccolto più di 18 persone pronte a riattivare con nuove idee la democrazia in Trentino. Questo infatti il titolo della giornata: “Il cittadino partecipa”, trasmessa in diretta su internet e organizzata dalle associazioni “PartecipAzione Cittadini Rovereto” e “Trento Attiva”, che in mattinata ha visto il susseguirsi di una serie di interventi di esperti provenienti da tutto il mondo, portare la loro esperienza in materia di democrazia diretta e partecipativa. Nel pomeriggio i cittadini trentini, scelti secondo un criterio scientifico volto a garantire la più ampia rappresentanza sociale, sono stati chiamati a discutere in assemblea i problemi e le tematiche emergenti sul proprio territorio. L’assemblea gestita tramite un metodo di discussione coordinato da esperti di livello nazionale ed internazionale ha dato frutto ad una serie di idee, che emerse in seguito a un vero processo democratico di votazione dei partecipanti, sono poi state sottoposte all’attenzione dei media, dell’amministrazione, degli esponenti della vita politica trentina e dei cittadini stessi, perché possano essere effettivamente applicate.

Un metodo di Partecip-Azione

L’idea di questa iniziativa nasce dal desiderio di sperimentare anche in Trentino, primi in Italia, gli strumenti di democrazia partecipativa ampiamente utilizzati in nord-Europa e nei paesi anglosassoni, in particolare il metodo “Town meeting”, che tratta di raccogliere migliaia di cittadini in un unico grande spazio e dedicare un’intera giornata alla discussione di questioni importanti per la propria città. Così è stato fatto anche nella città della quercia, che ha impegnato cittadini di entrambi i sessi, scelti secondo un preciso criterio (un terzo per iscrizione volontaria all’evento, un terzo rappresentativo delle categorie principali di stakeholders, quali associazioni, comitati, partiti, gruppi…, un terzo proveniente da fuori provincia, esperti e facilitatori), suddivisi in gruppi da 1 persone e gestiti da facilitatori, precedentemente preparati ed informati per la giornata.

Ogni gruppo ha avuto la possibilità di discutere i temi ascoltati durante la mattinata e presentare proposte per migliorare la situazione economico-sociale della realtà locale. Il metodo del Town meeting ha richiesto la votazione palese per alzata di mano e la raccolta dei voti in un unico database centrale, che a fine giornata ha rivelato le opzioni migliori, cioè le più votate in ogni tavolo, da sottoporre ad un ulteriore votazione generale dell’intera assemblea, dopo aver concesso all’ideatore un po’ di tempo per una più esauriente presentazione. Nell’ultima fase del processo decisionale si è trattato di votare nuovamente le 3 migliori proposte, disponendole in ordine di priorità dagli stessi partecipanti, per poi essere consegnate alla Giunta provinciale, al Presidente della Provincia e al Consiglio provinciale.

La presentazione alle autorità consiste nella redazione prima di un documento contenente titolo e descrizione delle proposte migliori, oltre alla motivazione che ha spinto partecipanti e soprattutto ideatori a ritenere tale idea come prioritaria; questi ultimi poi saranno successivamente invitati a riproporre la proposta di persona in data ancora da destinarsi, a cui sono invitati tutti i partecipanti dell’evento “Il Cittadino Partecipa”.

Democrazia nel bene e nel male

La giornata si conclude in un clima di democratica soddisfazione, a cui non mancano però alcune note critiche, dettate da un processo ancora acerbo e nuovo, ma anche note positive e di vera e propria partecipazione e condivisione attiva. Il meccanismo è da perfezionare nella fase di presentazione di ciascun parere: è capitato di votare degli slogan più che delle proposte; il ragionamento infatti permette di ponderare meglio i giudizi e anche nell’assemblea plenaria è necessario concedere più tempo alla spiegazione dei singoli progetti, per avere un quadro chiaro e completo, soprattutto preciso, che non lasci ambiguità o libere interpretazioni, riuscendo però a trovare una chiave d’azione snella e semplice, accessibile a tutti.

L’aspetto positivo emerge dalla condivisione e dallo scambio di idee, che possono addirittura modificare un pensiero iniziale, per renderlo più efficace, più propositivo, più attuabile; nel dialogo infatti, si evidenziano le criticità, i rimedi che è possibile trovare per una corretta applicazione dell’idea. Succede ad un tavolo, dove la proponente dopo aver dato spazio alla sua esposizione, si ricrede, grazie al confronto con i colleghi che puntano come lei a migliorare la democrazia, magari utilizzando diverse tattiche e strumenti. Questo episodio è l’emblema della giornata, esempio di un vero processo di democrazia diretta e partecipativa. La prima pietra è stata posata, il primo di tanti passi verso una democrazia compiuta, che si autoalimenti e autocontrolli attraverso strumenti di partecipazione, che partono dal basso e coinvolgono i cittadini al punto tale da renderli protagonisti della propria polis.