La provincia di Caserta si colloca tra i territori d’Italia con la più alta concentrazione di beni confiscati alla camorra. Palazzi, terreni, esercizi commerciali e mezzi di trasporto che aspettano di essere “recuperati” dalle comunità locali per finalità sociali e istituzionali. Dal 1996, infatti, la legge “Disposizioni in materia di gestione e destinazione di beni sequestrati o confiscati” stabilisce i criteri per il riutilizzo di quei beni una volta simbolo del potere dei camorristi. Tuttavia, l’iter che precede l’assegnazione non risulta essere nè immediato nè semplice. Il processo di riappropriazione necessita innanzitutto della conoscenza della presenza di queste risorse, nonchè della consapevolezza sulle opportunità economiche e sociali di un loro utilizzo al servizio della collettività .
Proprio per far meglio comprendere quanto il recupero di un bene confiscato sia un’azione di sensibilità nei confronti del proprio territorio e un modo per rivendicare il diritto alla legalità , il Csv Asso.Vo.Ce di Caserta propone un percorso formativo-informativo specificatamente dedicato a questo tema.
Da beni confiscati… a beni comuni!
Presentato il 9 settembre a San Cipriano di Aversa presso uno dei beni confiscati, la Cooperativa Agropoli, dal presidente del Csv Gennaro Castaldi, il percorso dedicato al riutilizzo sociale dei beni confiscati alla camorra prenderà avvio la prossima settimana presso la sede centrale di Asso.Vo.Ce e gli sportelli territoriali di Casal di Principe e Santa Maria a Vico. Promosso in collaborazione con il Comitato scientifico di Libera Caserta e il Comitato Don Peppe Diana, rivolto alle organizzazioni di volontariato, il percorso nasce dall’esigenza di informare sulle opportunità di sviluppo sociale derivanti dal riutilizzo dei beni confiscati e di promuovere una progettualità capace e consapevole, rendendo possibile un cambiamento che certamente non può concretizzarsi senza il coinvolgimento del maggior numero possibile di persone, in particolare le associazioni di volontariato.
Come si legge nel calendario del corso, infatti, “è prevista l’attivazione di strategie di empowerment centrate su giovani e gruppi di lavoro integrati, nonchè su reti tra individui, organizzazioni di volontariato, forze sociali e istituzionali del territorio”. Sono previsti anche stage in attività realizzate su beni confiscati alla camorra in provincia di Caserta come laboratori sartoriali, fattorie didattiche, pastifici e caseifici.
Obiettivo del corso, che si concluderà il 5 dicembre in occasione della Giornata Internazionale del Volontariato, è dunque quello di coinvolgere i partecipanti, nello specifico un volontario per ciascuna associazione, in un’esperienza di apprendimento interattivo, in un vero e proprio “laboratorio” di cittadinanza attiva.
Il cittadino contro gli ecoreati
Anche per quanto riguarda la salvaguardia dell’ambiente la Campania non vanta certo un posto di merito. Caserta, anzi, detiene il record di ecoreati.
Dal traffico di rifiuti tossici all’abusivismo edilizio, passando per incendi dolosi, montagne di spazzatura e reati contro la fauna, il cittadino si vede precluso il diritto a vivere in un ambiente salubre, risentendone in termini di salute e vivibilità . Di fronte a questa situazione divenuta ormai insostenibile, il Csv Asso.Vo.Ce mira a sensibilizzare i cittadini promuovendo il percorso “autodifesa ambientale del cittadino”, presentato in occasione del festival regionale “Festambiente Terra Felix” presso il casale di Teverolaccio a Succivo.
Ideato con la collaborazione del Comitato scientifico dell’associazione Legambiente Geofilos, il percorso si propone di promuovere la cultura dello sviluppo sostenibile, uno sviluppo rispettoso dei limiti ambientali, che giovi all’uomo quanto al patrimonio naturale, sempre più ormai a rischio di sfruttamento indiscriminato. Consapevole che la cultura è la base che consente di “integrare” ambiente, economia e società e che, quindi, per lo sviluppo sostenibile l’educazione gioca un ruolo cruciale, il Csv di Caserta presenterà durante il corso, rivolto alle associazioni di volontariato (che possono iscriversi entro il 2 settembre), le maggiori problematiche ambientali e i comportamenti da adottare per realizzare tale modello di sviluppo. Promuovendo cosìazioni di informazione e sensibilizzazione su tali temi e mostrando, in particolare, le modalità di attivazione delle organizzazioni ambientaliste.
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