Attivato il progetto per la pulizia dei muri della città 

Attivare un percorso caratterizzato da una forte componente socio-educativa

L’ambizioso  progetto, ideato lo scorso anno dal primo cittadino bolognese di concerto con l’assessore ai lavori pubblici,  Riccardo Malagoli, non ha permesso soltanto la  riqualificazione  delle aree urbane di Bologna, colpite da un feroce fenomeno di vandalismo, ma anche di arginare il terribile problema della disoccupazione. Per l’attività  di ripulitura, infatti, il comune ha inteso avvalersi della collaborazione di una cooperativa sociale che assumesse disoccupati e cassaintegrati per almeno il 30% del personale impiegato.  La messa in atto del programma si è resa possibile grazie all’introduzione in bilancio di un’imposta di soggiorno che ha permesso di beneficiare di un budget di circa 500 mila euro.

Le aree da riqualificare

Gli immobili che saranno soggetti all’opera di riqualificazione sono contenuti all’interno di una scheda di edifici vandalizzati realizzata dal dipartimento cura e qualità  del territori. Il retro dell’Archiginnasio, l’area della Manifattura Tabacchi, il teatro comunale, il retro di palazzo Baciocchi, l’ex basilica di Santa Cristina e il museo Morandi, la Montagnola e la scalinata del Pincio: queste le aree che verranno ricondotte allo splendore.  Si tratta principalmente di edifici pubblici considerati poli attrattivi e turistici, nonché scuole di proprietà  comunale. Si intende creare nelle nuove generazioni la consapevolezza del fenomeno del vandalismo grafico sia in termini di costi per la collettività  sia sotto l’aspetto delle sanzioni cui vanno soggetti coloro che violano la normativa in materia.  Non sarà  garantita soltanto la ripulitura degli edifici, ma anche l’eliminazione di tutti quegli elementi che contribuiscono a fornire l’idea di un inquinamento visivo: verranno rimossi i pali in disuso, sarà  ripristinata la pavimentazione e verrà  sostituita ed aggiornata la segnaletica stradale.  Il progetto è nato “per l’eliminazione dei vandalismi grafici e dell’incongruo” e prevede di “attivare un percorso caratterizzato da una forte componente socio-educativa che, da un lato, garantisca opportunità  di lavoro a persone prive di forme di sostegno del reddito e, dall’altro, offra idonea formazione alle stesse nel campo dell’edilizia”.

La proposta di Confabitare…

Il progetto ha fatto seguito all’idea di  Alberto Zanni, presidente dell’associazione di proprietari immobiliari  Confabitare, che nel 2010 aveva proposto la collaborazione con dei writers per abbellire le saracinesche dei negozi e dei garages, fermo restando la necessità  di ripulire i muri della città  colpiti dal fenomeno del vandalismo. Con tale iniziativa Zanni intendeva non soltanto valorizzare il lavoro dei disegnatori, ma anche creare possibili forme di guadagno. L’obiettivo era rendere Bologna “una galleria d’arte a cielo aperto”, come ha sostenuto lo stesso.

…e la taglia sui writers

Per tentare di arginare il fenomeno dei graffiti che imperversano sui muri degli edifici più importanti della città ,  Manes Bernardini, consigliere regionale dell’Emilia-Romagna per la Lega Nord, ha proposto di introdurre una “taglia” sui writers. “Non una taglia”, ha tenuto a precisare l’esponente del Carroccio, ma “un premio” per i cittadini che impegnano il loro tempo nell’individuare e segnalare writer all’opera alle forze dell’ordine. “La forma della ricompensa la lascio decidere alla Giunta, ma propongo di ricavarlo dalle risorse che il Comune otterrà  con la costituzione di parte civile nei processi contro i writer”.  L’idea di Bernardini intende essere una possibile soluzione del problema delle querele ai danni degli artisti di strada, che costringono i cittadini non soltanto a perdere del tempo per denunciare gli autori degli atti vandalici, ma anche a testimoniare contro gli stessi in lunghi processi.

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