Nel corso della manifestazione Geco 2013 hanno dibattuto alcune delle più influenti personalità nel campo economico, giuridico e giornalistico. Le due giornate si sono articolate in quattro sessioni: nella prima sessione si è affrontato il ruolo della finanza nel rilancio dell’economia, nella seconda la gestione delle politiche per creare occupazione, nella terza la discussione ha riguardato l’economia cooperativa e la partecipazione sociale, mentre nell’ultima si è dibattuto sugli strumenti per incentivare la produzione economica italiana. Durante la seconda giornata, al termine della sessione ” Made in Italy: cultura e qualità per il rilancio dell’economia – Testimonianze di diverse realtà che portano il Made in Italy nel mondo o che offrono opportunità di crescita nel paese ” è intervenuto il noto costituzionalista Franco Gallo, Presidente emerito della Corte Costituzionale.
Beni comuni e cooperazione
L’intervento di Gallo si è strutturato intorno a due questioni fondamentali, ovvero quali siano i beni che lo Stato deve garantire e quale sia il ruolo delle cooperative nella loro gestione. In una situazione economica come quella che l’Italia sta attraversando le scelte dello Stato possono essere due: invadere le competenze regionali e produrre, o agire sulla base del principio di sussidiarietà costituzionalmente garantito dalla riforma del Titolo V del 2001 e regolare i rapporti con le regioni, elaborando una profonda cooperazione per la tutela dei beni comuni. Lo Stato deve, quindi, collaborare attivamente con la cittadinanza, affinché questa comprenda l’essenza dei beni comuni e li percepisca come propri, tutelandoli e garantendoli.
Stato sussidiario e collaborativo
” Lo Stato – ha sostenuto Gallo – deve tornare ad essere ordinatore e redistributore, comprendere il cambiamento culturale e capire cosa sia giusto per il bene comune e collaborare con la cittadinanza, condividere e far gestire in assenza di risorse, sotto la sua ala protettiva, i beni comuni che sono i beni della collettività e portatori di valori morali da garantire ” . Il presidente della Corte ha evidenziato la mancanza di uno Statuto che regoli chiaramente il principio sussidiario, indicando in maniera scrupolosa le competenze statali e locali e trasferendo dallo Stato al cittadino la gestione dei beni. Inoltre, deve essere stabilito ciò che costituisce bene comune e, pertanto, non possa essere oggetto di lucro e speculazioni, come ad esempio consorzi o cooperative attraverso le quali il cittadino possa proteggere attivamente i beni collettivi. La cooperativa, secondo Gallo, è lo strumento più idoneo allo scopo, grazie al profondo radicamento territoriale e alla funzione sociale che la caratterizza. ” Per questo spero che le cooperative potenzino la partecipazione alle gare e le partnership con gli enti pubblici ” , ha concluso il Presidente.
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