"Rigenerare" risorse, energie e relazioni al servizio del territorio

"Il welfare è una grande risorsa, dobbiamo tutelarlo e difenderlo. Bisogna passare da un'idea assistenziale a un'idea generativa"

“Alla base del progetto c’è la valorizzazione delle energie positive presenti nella società  e il rafforzamento dei legami comunitari” ha spiegato il presidente Acli Padova Marco Ferrero.
Un progetto, quindi, che nasce dalla consapevolezza che in questo momento di crisi occorre “rivedere” profondamente il modello di welfare. Spiegano le Acli: “C’è bisogno di un welfare generativo, fondato sulla sussidiarietà  e solidarietà , da affiancare al sistema classico, evidentemente in crisi: un modello che sui nostri territori già  trova le sue basi in tante esperienze del non profit, il cui ruolo riconosciuto si fonda proprio  sulla propensione a creare legami, a generare fiducia, a sollecitare Stato e impresa a unirsi per un nuovo welfare”.

La fondazione di comunità 

Quale forma organizzativa la fondazione di comunità  viene ideata negli Stati Uniti agli inizi del Novecento per mobilitare le risorse filantropiche di una comunità  a favore della stessa e se ne contano oggi più di 700 con un valore economico particolarmente significativo. Introdotte in Italia dalla Fondazione Cariplo per rafforzare i contatti con il territorio e le comunità  locali, le fondazioni di comunità  sono sostanzialmente degli enti che si pongono come intermediari tra le organizzazioni  no profit che realizzano progetti di utilità  sociale e i donatori, rimuovendo gli ostacoli di natura culturale, fiscale, amministrativa che impediscono loro di contribuire alla realizzazione del bene comune.

Quali vantaggi per il Paese?

Attraverso la fondazione di comunità  il donatore è ‘libero’ dai vari aspetti gestionali e burocratici che vengono svolti dalla fondazione stessa e, soprattutto, ha la possibilità  di decidere di donare senza indicarne la destinazione, decidendo magari in un secondo momento come e quali iniziative sostenere, nonché di finanziare progetti di carattere sociale di enti  che sono privi della qualifica di Onlus. O ancora possono essere costituiti fondi per la comunità , fondi per la memoria, d’impresa o per area di interesse. Una molteplicità  di opzioni che indubbiamente incentiva il donatore ad impegnare le sue risorse finanziarie. Parimenti gli enti no profit attraverso la fondazione offrono ulteriori garanzie ai donatori circa le proprie attività  e sono in grado di gestire tipi di donazioni spesso non semplici. Le fondazioni di comunità , inoltre, puntano anche alla creazione di network che mettano in contatto donatori, investitori, istituzioni e organizzazioni del Terzo settore presenti in un dato territorio. Una rete potenzialmente in grado di coinvolgere attori sia pubblici che privati nella realizzazione di opere di utilità  sociale e che mira ad un coinvolgimento crescente dei cittadini nelle attività  della fondazione.

Un passo verso il welfare generativo

Questo tipo di filantropia è la strada da percorrere per le Acli di Padova per raggiungere un welfare generativo, quel welfare, ha spiegato Tiziano Vecchiato, direttore della Fondazione Emanuela Zancan, che dice alle persone ‘non posso aiutarti senza di te’, che esige il dovere di far valere le risorse, di essere soggetti attivi.
“Una proposta di welfare non solo come contrazione, ma come possibilità  di interventi positivi” per il sottosegretario all’Economia e Finanze Pier Paolo Baretta, che ha aggiunto: “Il welfare è una grande risorsa, dobbiamo tutelarlo e difenderlo. Bisogna passare da un’idea assistenziale a un’idea generativa. E’ chiaro che il pubblico da solo non sarà  in grado di soddisfare la mole e la qualità  dei nuovi bisogni. Ecco perché è indispensabile una sussidiarietà  vera, affiancata a un nuovo sistema di welfare generativo”.

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