Il piano clima-energia 2030 della Commissione Europea

Il programma prevede una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (GHG) del 40%

Il 22 Gennaio scorso la Commissione Europea ha approvato il nuovo Piano Clima ed Energia da realizzare entro il 2030: certamente un ottimo segno che viene da Bruxelles e che mostra il chiaro intento dei Paesi dell’Unione di collaborare per garantire un futuro più green.
Il programma prevede un intervento più risoluto da parte degli Stati Membri in termini di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (GHG) del 40% da realizzare entro il 2030: l’obiettivo si pone come uno scrupoloso vincolo per i Paesi UE di riuscire a portare la quota delle energie rinnovabili al 27%. La Commissione ha anche adottato una serie di norme comuni volte alla tutela dell’ambiente attraverso la regolamentazione dell’estrazione dello shale gas. Tali decisioni rimangono tuttavia non vincolanti, in quanto lasciate alla libera gestione dei singoli Stati: la Commissione avrà  il compito di vigilare sulle raccomandazioni e sulle decisioni adottate dagli Stati Membri e, nel caso di inosservanze, intervenire attraverso l’imposizione di norme obbligatorie.
L’obiettivo cosìdefinito da Barroso è quello di abolire i target nazionali  al fine di evitare una ulteriore frammentarietà  del mercato interno: “gli Stati membri rimangono liberi di definire i loro obiettivi sulle rinnovabili, premesso che rispettino le regole Ue sugli aiuti di Stato”, – ha chiarito il Presidente della Commissione, aggiungendo che, in merito al tetto delle energie rinnovabili fissato al 27%, “il pacchetto non va contro l’industria”.

La risposta

Il nuovo piano adottato dalla Commissione Europea sembra fare gli interessi del settore industriale piuttosto che di quello ambientale.
Fortemente criticato dal partito dei Verdi e Socialisti-Democratici e dalle ONG ambientaliste ed ecologiste, il progetto ha trovato una risposta diretta proveniente da Strasburgo nella seconda plenaria del Parlamento Europeo di questo 2014, durante la quale l’Assemblea ha approvato con una larga maggioranza di voti (341 a favore, 263 contrari e 26 astenuti)  una proposta di risoluzione più ‘ambiziosa’ rispetto al piano della Commissione Europea. Il testo dell’Europarlamento, infatti, pur appoggiando l’iniziativa del 40% promossa dalla Commissione, invita quest’ultima e, dunque, gli Stati Membri a  fissare un obiettivo vincolante che preveda la produzione di almeno il 30% del consumo finale di energia da fonti rinnovabili, da realizzare entro il 2030 per conseguire i 2 °C  e, in più, a stabilire uno ulteriore che preveda un’efficienza energetica del 40%: fissando questi target, il Parlamento Europeo chiede pertanto che, una volta definiti legalmente vincolanti, siano ripartiti come sotto-obiettivi nazionali secondo le modalità  di burden sharing di suddivisione delle quote minime.
La proposta, accolta con entusiasmo dalle associazioni ambientaliste come Greenpeace e WWF e dai partiti dei Verdi e dei Socialisti-Democratici, ma soprattutto dai vari consigli come EREC, COGEN, Glass For Europe e Eurima, è stata senza dubbio una risposta secca al piano della Commissione.
Mentre si attende il mese di Marzo per la discussione di entrambi i testi da parte dei Capi di Stato e di Governo in seno al Consiglio Europeo (21 e 22 Marzo), il Commissario Europeo per l’Azione Climatica, Connie Hedegaard, incontrando oggi i ministri, dell’Ambiente Andrea Orlando e dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato, ha presentato il testo della Commissione presso la delegazione UE a Roma: apprezzando il contributo positivo di Zanonato come firmatario del pacchetto clima-energia, la Hedegaard ha voluto ricordare l’impegno cui dovrà  sottoporsi l’Italia dal mese di Luglio in poi, affinché, alla prossima conferenza di Lima,  si faccia portavoce di una Europa in grado di reimpostare il proprio assetto energetico. Sottolineando come ci sia un legame tra crisi economica e clima, il Commissario ha infine  invitato gli Stati Membri e tutta l’Unione a far fronte alle politiche climatiche e ambientali, cosìda fornire lo stimolo necessario per creare una maggiore occupazione in una Europa ancora fortemente in difficoltà .

LEGGI ANCHE:
L’Europa per l’occupazione e l’innovazione sociale
Civitas Capital, fondi europei per la mobilità  sostenibile
L’ ” Europa Creativa ” investe sulla cultura