Linee guida per il riuso temporaneo degli spazi dismessi

" I progetti Urbact forniscono alle città  utili spunti per migliorare la propria azione amministrativa e soluzioni per risolvere alcuni dei più importanti nodi urbani"

E’ stato presentato il 26 giugno al Macro di Roma il progetto “Temporary Uses as a Tool for Urban Regeneration” o più semplicemente “TUTUR”.   Si tratta di un percorso di mappatura di tutti quegli edifici e spazi pubblici attualmente dismessi ed inutilizzati ma che invece potrebbero essere restituiti alla comunità , attraverso attività  di rigenerazione e riqualificazione urbana. L’obiettivo è quello di sviluppare uno strumento normativo snello che spieghi con parole semplici quali sono le procedure per promuovere il riutilizzo degli spazi pubblici dismessi, velocizzando il processo burocratico. Il progetto è finanziato dall”Unione Europea e inserito come piano pilota del Programma comunitario URBACT II, finalizzato a promuovere la cooperazione nell’ambito dello sviluppo urbano e a favorire lo scambio di esperienze tra le diverse città  europee che ne sono interessate. L’obiettivo è quello di diffondere il concetto di sviluppo urbano integrato attraverso la condivisione di esperienze e buone pratiche. Nel corso della presentazione infatti sono state messe a confronto le varie iniziative di riuso temporaneo messe in pratica dalle diverse città  partner del progetto, non solo Roma ma anche Brema in Germania e Alba Iulia in Romania, a cui si devono aggiungere altre città  come Milano, Graz e Vienna in Austria, Amsterdam in Olanda, Budapest e Pecs in Ungheria, Novi Sad in Serbia nelle quali già  da anni sono partiti progetti simili.

TUTUR nella capitale

Nella prima fase del progetto è stata svolta l’attività  di mappatura degli immobili abbandonati, a cui hanno partecipato anche i cittadini: grazie al social network CITY-HOUND, creato ad hoc dallo studio T SPOON, è infatti possibile segnalare spazi urbani sottoutilizzati o dismessi. In questo modo si è realizzato un vero e proprio censimento degli spazi inutilizzati. Sempre attraverso il social network sarà  possibile creare anche una “mappatura della domanda” e dei possibili usi degli spazi dismessi, contemperando l’esigenza di riqualificazione con quelle che sono le reali esigenze di coloro che vivono il territorio, destinatari finali dell’intero progetto. Il lavoro di mappatura degli immobili è un costante work in progress realizzato anche in collaborazione con le conferenze municipali, come ha spiegato Daniela Patti, una delle responsabili del progetto nella capitale.
Ad oggi è in corso la seconda fase del progetto, ovvero la realizzazione di uno strumento normativo, una piccolo vademecum per i cittadini e per  la pubblica amministrazione contenente le regole procedurali per le proposte di riuso. Verrà  realizzato sia chiarendo le regole già  esistenti (e troppo spesso poco note) sia fornendo ai cittadini e alle amministrazioni delle linee guida su cosa bisogna fare per ottenere la possibilità  di utilizzare un determinato spazio pubblico, per quali attività  e per quanto tempo. A ciò si aggiungeranno altre buone pratiche derivate da esperienze di usi temporanei precedentemente testati in determinate aree pilota del III Municipio.
Come apprendiamo dalle parole di Daniela Patti, il progetto sta riscuotendo un ampio successo soprattutto tra i cittadini più giovani, attirati dalla possibilità  di utilizzare gli spazi dismessi per promuovere attività  culturali, esperienze di co-working o iniziative di start-up.
TUTUR mira a sfruttare al massimo le potenzialità  del patrimonio immobiliare della capitale che giace inutilizzato ormai da molto tempo. Attraverso tale progetto Roma cerca di stare al passo con le altre città  europee, che hanno fatto della valorizzazione del patrimonio edilizio esistente il settore principale per sperimentare nuove strategie di collaborazione tra cittadini ed amministrazione.

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