Un nuovo e importante strumento per stimolare lo sviluppo locale

Si promuoveranno attività  culturali, educative e di formazione in grado di aumentare la coesione del territorio e creare occupazione

Cinquant’anni fa a Bologna nasceva il Pilastro, un rione all’interno del quartiere di San Donato, cresciuto in varie fasi. Un primo notevole ampliamento si ebbe a partire dalla metà  degli anni Sessanta in modo da poter offrire un’abitazione ai molti migranti provenienti dal Sud Italia, a seguito dello sviluppo industriale che aveva investito la città  di Bologna. Il progetto Pilastro 2016, nato dall’analisi di esperienze simili, come quelle torinesi (per esempio l’associazione di secondo livello come l’Agenzia di sviluppo di San Salvario), è realizzato con il contributo della Regione Emilia Romagna e ha quindi come principale obiettivo quello di mettere in relazione la ricchezza del capitale sociale e culturale della zona con le necessità  economiche e di sviluppo presenti nell’area nord-est della città , nell’ottica della cura del territorio in quanto bene comune.

Che cosa prevede Pilastro 2016

Il  progetto è  basato su  un percorso partecipato che coinvolgerà  tutti gli attori locali e che porterà  allo sviluppo e alla rigenerazione della zona in questione attraverso interventi di riqualificazione, manutenzione e cura degli immobili oggi esistenti e anche delle aree verdi. Si promuoveranno attività  culturali, educative e di formazione in grado di aumentare la coesione del territorio e le possibilità  di trovare un’occupazione. Inoltre, a conclusione del progetto, è prevista la creazione di un’Agenzia locale di sviluppo, che avrà  sede nel quartiere. Si parla quindi di un soggetto giuridicamente formalizzato e dotato di autonomia economica e imprenditoriale frutto della collaborazione tra il settore pubblico e quello privato, cui parteciperanno ovviamente altre realtà  sociali ed economiche presenti sul territorio. Il progetto è articolato in una fase di discussione, cui partecipano i soggetti istituzionali, finalizzata a confrontarsi sui temi più strategici, cioè i programmi d’azione e una fase in cui parteciperanno invece i cittadini. Questi ultimi avranno il compito di programmare, organizzare e valutare attività  specifiche. Il motore del programma sta quindi nel confronto tra cittadinanza attiva e amministrazione pubblica, che attraverso la loro collaborazione, disegnano passo dopo passo il progetto. Il percorso, che prenderà  avvio a maggio, prevede tra le altre attività , interventi di riqualificazione urbana come quello di manutenzione di marciapiedi e strade e il miglioramento dell’illuminazione pubblica.

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