Il WWViews ha dimostrato in questa come nelle precedenti edizioni che le persone ordinarie meritano e possono avere una voce nelle dinamiche politiche globali.

Questa consultazione planetaria non è però la prima nel suo genere, ma vanta due altrettanto importanti predecessori.
Il WWViews nasce infatti in vista del vertice di Copenaghen del 2009 (COP15). Sviluppato dal Danish Board of Technology (DBT) insieme ad altri partners della c.d. WWViewsAlliance[1], questo strumento di partecipazione di massa ha prodotto dei numeri importanti nelle prime tre edizioni:

  • 2009 WWViews on Global Warming (più di 4mila partecipanti in 38 Paesi)
  • 2012 WWViews on Biodiversity (più di 3mila partecipanti in 25 Paesi)
  • 2015 WWViews on Climate and Energy (più di 10mila partecipanti in 79 Paesi)

Nelle passate edizioni l’unica istituzione italiana ad aver partecipato attivamente è stato il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università  di Bologna nel WWViews sul riscaldamento globale del 2009. Quest’anno a rappresentare l’Italia sono state la Regione Toscana e la Regione Abruzzo.
Questo terzo WWViews è stata quindi la più grande consultazione su scala mondiale mai realizzata e si prospetta come un evento di cui, speriamo, si sentirà  parlare ancora per molto tempo, e non soltanto tra gli addetti ai lavori.

Il metodo: informazione, dibattito e analisi dei risultati

Il WWViews è un metodo di consultazione, basato sui principi della democrazia partecipativa, attraverso il quale cittadini di diversi Paesi possono dibattere sulle stesse domande, collegate ad un dato tema, nel medesimo giorno e con le stesse modalità .
La giornata del 6 giugno ha visto quindi coinvolti gruppi di cittadini che nel complesso riflettessero la diversità  demografica, geografica e socio-economica dei rispettivi Stati o Regioni. Ad ogni partecipante era stato preventivamente fornito un libretto informativo, mirato a presentare, in maniera semplice, pro e contro delle diverse opzioni su cui erano chiamati ad esprimersi, dando una informazione di base che fosse la più corretta e neutrale possibile[2].

Il questionario sottopostogli spaziava tra domande di ampio respiro ( ” Con quanta urgenza dovrebbe reagire il mondo per contrastare il cambiamento climatico? ” ), a questioni più tecniche ( ” In che modo il mondo dovrebbe trattare la questione delle prospezioni di nuove riserve di combustibili fossili? ” ).
Riuniti in piccoli gruppi, con il supporto di un facilitatore, i cittadini delle isole Fiji come quelli dell’Arizona, hanno dibattuto prendendo posizione sugli strumenti da attivare per contrastare il fenomeno del cambiamento climatico; sul ruolo e gli impegni che le organizzazioni internazionali, i governi nazionali e la società  civile dovranno assumere in questa lotta; su come le responsabilità  comuni debbano essere ripartite; su quali misure mettere in campo per assicurare che le promesse fatte vengano effettivamente mantenute.
Tutti i voti raccolti sono stati poi pubblicati, praticamente in tempo reale, sul sito web dell’evento, dove è possibile effettuare delle interessanti comparazioni tra i risultati dei diversi Paesi, consentendo a chiunque, curiosi ed esperti, in pieno spirito opendata, di analizzare gli esiti, proporre letture trasversali o semplicemente confrontare le proprie ipotetiche risposte con quelle date dall’altra parte del mondo.

Da una prima lettura globale possiamo riscontrare delle importanti convergenze, con percentuali altissime che ci sembra opportuno sottolineare, nelle domande cruciali riguardanti le aspettative per i prossimi negoziati, la necessità  di lavorare sull’educazione della popolazione mondiale per contrastare in maniera efficace i cambiamenti climatici, e la speranza che l’impegno profuso in questa giornata e le opinioni espresse siano realmente prese in considerazione.
Volendo riassumere, il messaggio comune è quello di una estrema preoccupazione e percezione del problema, che spinge a richiedere, nell’immediato, un accordo forte scaturente dal prossimo vertice e un impegno ad adottare misure, anche a lungo termine, giuridicamente vincolanti per tutti i Paesi.

L’obiettivo

I cittadini si sono informati, hanno scambiato opinioni e hanno espresso i propri pareri che saranno ora analizzati, rielaborati e portati già  la prossima settimana all’attenzione dei negoziatori del COP21 nel corso di una riunione intermedia che si terrà  a Bonn, in Germania, come ha precisato C. Leyritt, presidente della Commission National du Débat Public (CNDP), nel discorso di apertura del dibattito tenutosi a Parigi.
Nella capitale francese si trovava il quartier generale delle operazioni in cui erano riuniti i promotori, DBT, Missions Publiques e la stessa CNDP. In questa ” stanza di comando ” si raccoglievano i risultati, analizzandoli e discutendoli in tempo reale, grazie ad esperti del settore, collegandosi altresìin videoconferenza con diversi Paesi per raccogliere le impressioni, le aspettative e le criticità  emerse nei dibattiti.

L’intento esplicito, lo sottolinea Y. Mathieu, direttore di Missions Publiques, è dimostrare che anche quando la posta in gioco è cosìcomplessa, le decisioni possono essere condivise con i cittadini. In prospettiva, l’obiettivo più ottimistico è di poter influenzare la discussione che si svolgerà  a Parigi a dicembre, ” facendo sentire la voce dei cittadini nelle negoziazioni ” , come si leggeva in evidenza nella brochure di lancio del progetto.
Infine un obiettivo implicito, da non trascurare, è quello di coltivare una cultura partecipativa positiva e propositiva, che canalizzi le energie presenti nella società  per rilanciare un processo virtuoso di coscienza civile che si riappropri con forza del proprio ruolo fondamentale nei processi decisionali, a livello globale come a livello locale.

Considerazioni

Il WWViews si pone in linea con il rinnovamento radicale che coinvolge la governance su tutti i livelli (locale, nazionale e sovranazionale), attraverso strumenti nuovi di partecipazione pubblica, che, sicuramente perfettibili, vanno cionondimeno incentivati e pubblicizzati.
Nessuno pensa ingenuamente che i risultati emersi costituiranno il punto nodale su cui i grandi della terra baseranno le loro decisioni, ma questo non significa che questo processo sarà  privo di efficacia. Questa esperienza dovrà  costituire la spinta per migliorare il valore effettivo di forme di consultazione come il WWViews, e far sìche sempre più, in futuro, le voci raccolte non restino inascoltate.

Il WWViews ha dimostrato in questa come nelle precedenti edizioni che le persone ordinarie meritano e possono avere una voce nelle dinamiche politiche globali.
La sensazione che emerge dopo aver partecipato all’evento, dopo aver ascoltato le parole di speranza dei cittadini del Bangladesh, della Palestina, della Mauritania, è di riscoprirsi cittadini del mondo, con doveri e diritti uguali e con comuni aspirazioni e preoccupazioni.

Nel vedere in prima persona l’interesse, l’entusiasmo e la soddisfazione dei partecipanti cosìcome degli organizzatori, si acquista fiducia e non si può non essere spronati a lavorare con più forza per proseguire su questa strada, che si spera porti ad una vera società  partecipativa, fondata sulla collaborazione e sul dialogo tra istituzioni e cittadinanza.

[1]Una mappa e una lista dei partecipanti, cosìcome i risultati e molte altre informazioni utili si possono trovare sul sito http://climateandenergy.wwviews.org/

[2] La WWViews Alliance è una rete globale che include organizzazioni, governative e non, associazioni e altri soggetti pubblici e privati.

[3] Tutto ciò è stato possibile grazie all’importante lavoro di revisione svolto, a monte, da gruppi di esperti e di cittadini.