La Città  metropolitana di Roma Capitale dà  spazio alla sussidiarietà  orizzontale

Il fil rouge è la volontà  di garantire la massima inclusività  e partecipazione

Il testo contiene non poche disposizioni interessanti, alcune delle quali contemplano esplicitamente il principio di sussidiarietà  orizzontale. In effetti, ad esso, fa chiaro riferimento l’art. 4 dello Statuto che è rubricato ” Sussidiarietà  orizzontale e verticale ” , il quale afferma, al comma 1, che la Città  metropolitana ispira la propria attività  ai principi di sussidiarietà  orizzontale e di collaborazione con istituzioni, associazioni, fondazioni e altre forme di organizzazione dei cittadini singoli e associati aventi finalità  sociali, culturali, economiche e di volontariato presenti sul territorio ricompreso nell’area metropolitana.

Ma più in generale, dalla lettura dello Statuto è possibile cogliere immediatamente come il fil rouge che connota l’atto è la volontà  di garantire la massima inclusività  e partecipazione possibile della cittadinanza all’amministrazione dell’ente. Già  all’art. 1 si evince come la Città  metropolitana di Roma Capitale abbia tra i suoi scopi programmatici quello di promuovere la coesione ed il miglioramento della qualità  della vita attraverso strumenti idonei di confronto, consultazione e collaborazione tra i cittadini e le loro varie forme associative, incluse quelle di rappresentanza delle istanze civili.

Sempre degno di particolare evidenza è l’impegno al coinvolgimento di diversi attori, inclusi quelli privati e del non profit, nell’amministrazione e nella progettazione e gestione dei servizi. L’intento è quello di promuovere l’adozione di modelli organizzativi che si avvalgono di reti e di connessioni sociali nel governo dei processi decisionali, che siano ispirati da modalità  inclusive e di progettazione partecipata. Tutti questi elementi possono essere, se ad essi verrà  data reale attuazione, i presupposti per lo sviluppo incrementale di episodi di gestione – condivisa e sussidiaria – di beni, spazi e servizi pubblici, in un clima di fiducia reciproca ed attraverso la implementazione di innovative esperienze di amministrazione.

Infine, vale la pena di mettere in rilievo un ultimo ma rilevante aspetto. Nello Statuto della Città  Metropolitana di Roma Capitale si promuove l’attivazione di relazioni di riconoscimento, reciprocità  e condivisione ispirate a principi di fraternità  ed interdipendenza tra i popoli, nella consapevolezza del comune destino della società  umana. All’art. 14 inoltre si afferma che il fenomeno migratorio sia da considerare un elemento strutturale del proprio territorio, avente anche un potenziale di sviluppo socio-economico e culturale. Per queste ragioni si riconosce l’integrazione come processo bilaterale di partecipazione attiva dei cittadini e delle cittadine straniere.

Stanti queste premesse, nulla esclude che possano essere replicati positivi progetti di inclusione sociale basati sul principio di sussidiarietà  orizzontale per migranti, rifugiati o richiedenti asilo, come possibile via di uscita da logiche di esclusione, separazione e sfiducia. Ciò richiede, ovviamente, la profusione di un grande impegno da parte degli amministratori locali per fare quanto necessario allo scopo di concretizzare ciò che è affermato in queste disposizioni, affinché esse non si fermino ad un valore meramente programmatico ma diventino la quotidianità  del vivere sociale.