Realizzata da Labsus è stata presentata ad ottobre all ' Ecomuseo Mare Memoria Viva

La " Mappa di Palermo " emerge dalla volontà  di dar traccia di tutti quei palermitani che conferiscono alla città  un ' immagine nuova

Da Parco Uditore alla Galleria delle Vittorie, dalle ville di quartiere ai ragazzi del Teatro Mediterraneo Occupato: sono solo alcuni dei tasselli di una mappa ancora incompleta eppure punto di inizio cruciale per la localizzazione della cittadinanza attiva palermitana. Sono aree sottratte al degrado e all’avanzare della cementificazione, rappresentazioni concrete di una comunità   che riscopre se stessa, immaginandosi diversa. Cosìcompetenze professionali e personali vengono messe al servizio di un progetto di rigenerazione e di aggregazione dove la cultura stessa svolge un ruolo cruciale. L’ex caffè letterario Tomasi di Lampedusa si è dunque ripopolato di libri e iniziative, grazie ai giovani del collettivo Booq (biblio-officina occupata di quartiere). E’ nata così, nell’ottobre del 2015, la Mappa dei palermitani attivi, realizzata da Labsus con il contributo della Fondazione Con il Sud.

Una sussidiarietà  localizzata

Presentata il 15 ottobre 2015 all’ Ecomuseo Mare Memoria Viva di Palermo, la mappa nasce sulla scia del ” Regolamento per la collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani ” adottato per la prima volta a Bologna nel 2014: si tratta della concretizzazione del principio di amministrazione condivisa nonché il riconoscimento concreto per una cittadinanza attiva che lavora dal basso per la riqualificazione di spazi comuni e del più generale vivere sociale. La ” Mappa di Palermo ” emerge, quindi, dalla volontà  di dar traccia di tutti quei palermitani che conferiscono alla città  un’immagine nuova, diversa. Un progetto che si estende ai turisti ovvero alla possibilità  di scoprire angoli della città  poco noti, magari attraverso la guida stessa dei cittadini che se ne occupano. Ed ancora, agli italiani ed alla volontà  di diffondere ulteriormente quel principio di sussidiarietà  che diviene un ” rimboccarsi le maniche ” in uno spirito di collaborazione con l’amministrazione stessa. E’ un’ulteriore spinta verso il cambiamento, una mappa non solo di luoghi ma di persone e di storie.

Scarica la mappa in allegato.

LEGGI ANCHE: