Presentati 20 progetti per la gestione condivisa e sostenibile dei beni comuni

Oggi a Calimera (Lecce) si è concluso il Laboratorio 2016 di SIBEC, la prima  scuola nazionale per la formazione alla gestione condivisa dei beni comuni, promossa da Euricse, Labsus – Laboratorio per la sussidiarietà  e Università  degli Studi di Trento, con il sostegno di  IFEL Fondazione Anci.

La SIBEC, luogo di incontro tra apprendimento e sperimentazione, è la prima scuola nel suo genere in Italia. Pensata per formare professionalità  in grado di occuparsi della gestione condivisa dei beni comuni, riguarda  tutti quei servizi, quegli spazi pubblici, quegli edifici in stato di abbandono o sottoutilizzo che attraverso un recupero e una gestione economicamente sostenibile possono tornare a disposizione della comunità , creando opportunità  di sviluppo e occupazione.

 Paolo Collini, Rettore dell’Università  degli Studi di Trento, commenta: “Siamo orgogliosi di aver contribuito alla realizzazione di questa Scuola sperimentale che ha attraversato l’Italia da Nord a Sud per formare una nuova figura professionale, quella dei facilitatori nella gestione dei beni comuni. Oggi si conclude l’ultimo modulo del corso base 2016 ma l’Università  di Trento sosterrà  la futura edizione di SIBEC ed i moduli locali già  in programmazione per questo autunno“.

Valore aggiunto della Scuola è stata la creazione di un gruppo coeso ed eterogeneo formato da professionisti, imprenditori  (for profit e nonprofit), appartenenti ad  associazioni e organizzazioni del Terzo Settore e funzionari di enti locali.
L’obiettivo del primo Laboratorio itinerante SIBEC è stato formare la figura professionale del ” facilitatore” nella gestione di beni comuni, un ruolo che potrà  essere svolto sia all’interno delle pubbliche amministrazioni, sia nelle comunità  locali, combinando un solido background normativo e amministrativo con altrettanto solide abilità  imprenditoriali e manageriali.

Carlo Borzaga, Presidente di Euricse e docente SIBEC cosìracconta il percorso: “Nel corso dei primi sei mesi del 2016 è stato sviluppato un programma formativo, sia in presenza sia a distanza, attraverso il quale i partecipanti hanno applicato le riflessioni teoriche sui beni comuni che sono state presentate durante un laboratorio che ha fatto tappa a Milano, Napoli, Firenze e Lecce, condividendo i saperi operativi maturati nelle rispettive esperienze professionali“.
Le docenze all’interno dei singoli moduli, necessarie per trasmettere le conoscenze minime e i riferimenti teorici utili alla definizione del fenomeno, sono state integrate dal lavoro dei facilitatori che hanno aiutato i partecipanti a declinare le conoscenze acquisite in competenze operative.
Ogni appuntamento è stato inoltre arricchito da una visita sul campo ad un “bene comune” del territorio dove si è svolto il modulo, coordinata da un esperto locale, finalizzata all’analisi di una best practice per comprenderne le peculiarità , nonché gli elementi che possono influire sulla replicabilità  dell’intervento di cura e sviluppo in altri territori.

Durante tutto il percorso, i tutor di DOF Consulting e Itaca Cooperativa Sociale sono stati il punto di riferimento dei partecipanti, proponendo il bilancio delle competenze acquisite nonché lo sviluppo delle capacità  organizzative e relazionali necessarie per essere agente di sviluppo in una comunità .
Il percorso di formazione si è concluso con la presentazione, da parte dei partecipanti alla SIBEC, di 20 project work che hanno come oggetto il recupero e la gestione condivisa di un bene comune all’interno della propria comunità .
Ogni corsista infatti, a partire da un’idea progettuale iniziale, ha lavorato nel proprio territorio mettendo in pratica le conoscenze acquisite durante il laboratorio.

Gregorio Arena, Presidente di Labsus e docente SIBEC, conclude: “Riscoperta di ferrovie ‘dimenticate’, recupero di caserme dismesse, trasformazione di cinema abbandonati, creazione di cooperative di comunità , costruzione di patti di collaborazione tra amministrazioni pubbliche e soggetti privati, apertura di case della memoria, attivazione di progetti di agricoltura sociale… queste sono solo alcune delle proposte che hanno preso corpo nel corso del laboratorio itinerante e che con l’affiancamento degli esperti della SIBEC si concretizzeranno nei prossimi mesi”.

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