La cooperazione tra amministrazioni e società  civile per la trasparenza dei processi decisionali

Questo primo momento di incontro e confronto è iniziativa del Ministro della pubblica amministrazione  Marianna Madia e ha coinvolto oltre 70 realtà  provenienti dal mondo dell’università , delle imprese, dei consumatori, dell’associazionismo e istituti think tank. L’idea del 6 giugno è stata richiamare l’attenzione dei gruppi di interesse sulla trasparenza e sull’innovazione dei rapporti tra amministrazioni e cittadinanza. L’impegno assunto dal ministro Madia si riassume nella ” collaborazione strutturata ” tra società  civile e istituzioni, un programma concreto che riflette l’esigenza di partecipazione e di trasparenza nei processi decisionali. L’obiettivo del forum è, quindi, la definizione del terzo Action plan Ogp del nostro Paese (qui potete trovare i primi due). Il documento sarà  presentato nella conferenza internazionale sui temi del ” governo aperto ” che si terrà  a Parigi il prossimo dicembre. Il piano d’azione italiano interesserà  il biennio 2016 – 2018 e, come ribadito durante l’incontro, avrà  l’arduo scopo di smantellare quelle difficoltà  operative, ancora numerose, che interessano le opportunità  collaborative tra amministrazioni nazionali e locali, imprese e attori della società  civile. Quattro sono le linee guida che si possono identificare nel progetto politico dell’open government: rispetto delle scadenze temporali e del ruolo degli attori, chiarezza sugli obiettivi e sugli impegni, trasparenza sui processi e sull’attuazione delle azioni, accountability nelle scelte e nei risultati.

I lavori alla bozza

Il logo italiano.

Il logo italiano.

L’articolato metodo di lavoro, individuato per la redazione del programma nazionale dell’Ogp, è stato spiegato nella riunione del 6 giugno da Pia Marconi, capo del dipartimento della funzione pubblica. E’ stata pensata la costituzione di due gruppi di lavoro principali: il primo sul  dialogo con le amministrazioni regionali, provinciali e locali, che sarà  guidato dal dipartimento della funzione pubblica, con il supporto di Ernesto Belisario e Riccardo Luna di Agid, Agenzia per l’Italia digitale con il compito,  non solo di redigere  il piano in un arco di 45 giorni a partire dal 6 giugno, ma anche di verificarne  l’attuazione negli anni 2016 – 2018, riunendosi periodicamente. A questo primo gruppo di lavoro se ne affianca un altro, che si presenta come l’interlocutore primario tra  gli attori della società  civile (università , associazioni, imprese, formazioni sociali, professionisti). Questo dialogo sarà  semplificato grazie alla scomposizione in tre sottogruppi: trasparenza e open data, partecipazione e accountability, cittadinanza digitale e innovazione. Durante il forum si è pensato che i lavori delle sottodivisioni debbano, comunque, essere interdipendenti e conformi, anche nella fase della redazione dell’Action plan, a principi collaborativi.

La bozza

Grazie a questa scansione dei lavori si è arrivati, negli ultimi giorni, alla messa online del portale nazionale sull’open government  e alla pubblicazione della bozza del piano d’azione (scaricabile qui). Il governo ha aperto una consultazione sul testo, che durerà  dal 16 luglio al 31 agosto. E’ stata prevista una semplice procedura online per apportare eventuali commenti e modifiche al documento cosìelaborato. Le azioni del terzo Action plan italiano rispecchiano le esigenze delle riforme del ministro Madia e verteranno su quattro ambiti fondamentali: giustizia, trasporti, infrastrutture e legislazione Foia (Freedom of Information Act), ossia la legge sulla libertà  d’informazione promulgata con decreto nel mese di maggio. Nel testo sono state, così, evidenziate non solo le problematiche principali che impediscono l’effettiva collaborazione della società  civile ai processi decisionali amministrativi e la trasparenza dei meccanismi di questi ultimi., ma anche proposte e soluzioni attuabili nei prossimi due anni. Alla fine della consultazione, a partire da settembre, inizierà  la concreta attuazione delle azioni previste dal piano. A novembre è prevista la seconda convocazione plenaria del forum, mentre il mese successivo il testo dell’Action plan e i risultati già  ottenuti saranno illustrati nel meeting Ogp 2016 di Parigi.

Open government partnership

Il logo di Ogp.

Il logo di Ogp.

L’intervento dell’Italia nel campo del ” governo aperto ” , della trasparenza e della partecipazione è frutto dell’iniziativa internazionale dell’Open government partnership. Il progetto parte nel 2011 comprendendo solo 8 paesi (Brasile, Regno Unito, Indonesia, Messico, Filippine, Sudafrica e Stati Uniti d’America). L’edizione 2016 arriva a coinvolgere 70 paesi (qui  l’elenco), i quali hanno accettato di sottoscrivere l’Open government declaration. L’impegno di ogni singolo membro non si esaurisce nella redazione dell’Action plan, programma nazionale di lotta alla corruzione, di trasparenza, di partecipazione civica e promozione degli strumenti digitali; sono stati previsti anche il supporto alle autorità  indipendenti per l’autovalutazione, il report dei risultati e la volontà  di promuovere i cardini dell’open government presso quelle nazioni che non hanno ancora aderito all’iniziativa. Le nazioni partecipanti riconoscono anche uno Steering committee, un consiglio superiore  nel quale  vengono rappresentati i governi e gli attori della società  civile. Tale organo è coadiuvato dall’Ogp support unit, un ente indipendente e permanente che si propone di fungere da tramite fra il Committee e i membri, nonché fra le autorità  governative e i gruppi di interesse all’interno dei singoli stati.

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