Il processo che ha portato Monterotondo all’approvazione del Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni è partito da lontano, dal regolamento madre di Bologna, che è la sua città Assessora Pancaldi…
Nel programma di governo di questa Giunta era già inserita la realizzazione di forme di partecipazione della cittadinanza, che andavano da forme più strutturate come i patti di collaborazione, fino ad arrivare alle social street e quindi esisteva un’idea. Intanto è stato approvato il regolamento di Bologna che è stata una fonte d’ispirazione per Monterotondo, quando sono subentrata all’interno dell’Amministrazione sono arrivata con quel regolamento già stampato come proposta operativa.
Solo un’ispirazione, perché il vostro regolamento è stato tagliato su misura per la città e la comunità …
E’ stato un po’ più lungo di quanto avessi immaginato per due motivi: quello di Bologna era un atto molto corposo, la nostra dimensione è di circa un decimo rispetto a quella del capoluogo emiliano e quindi temevamo che fosse troppo ricco. Anche perché se si fa la scelta di regolamentare nero su bianco la partecipazione della comunità e poi non si hanno le capacità , gli strumenti e il personale per realizzarlo, si rivela un percorso vano e paradossalmente sarebbe stato peggio che non avere un regolamento. Poi avvalendoci del grande lavoro che fa Labsus nel sostenere le amministrazioni rendendo disponibili i regolamenti approvati dagli altri Comuni, abbiamo avuto modo di ispirarci ad amministrazioni più piccole, calibrando a nostra misura il regolamento, non è stato un processo banale. Abbiamo valutato molto attentamente l’inserimento delle scuole, componente a cui tenevamo particolarmente, altre cose riguardanti il semi-pubblico o il privato ad uso pubblico, quindi materia più complessa, che abbiamo deciso per il momento di non inserirle.
E’ stato un processo difficile da portare avanti?
La difficoltà , me ne sono resa conto con il passare del tempo, è che dopo l’entusiasmo dell’approvazione è necessario far capire il regolamento al personale che lavora all’interno dell’amministrazione comunale. A questo punto abbiamo riscontrato le resistenze maggiori, nel senso che noi abbiamo una cittadinanza assolutamente pronta a recepire il regolamento, ma non solo. E’ una città che queste buone prassi le ha sempre messe in pratica, per cui dal punto di vista della volontà dei singoli e sull’esistenza di forme di cittadinanza attiva per occuparsi dei beni comuni, il territorio è completamente pronto. Purtroppo le amministrazioni non sempre lo sono e quindi il processo partecipativo per la cittadinanza c’era già stato, ancora oggi a regolamento approvato quello che richiede maggiore impegno è trovare una modalità di farlo assimilare anche ai funzionari e ai dirigenti.
Ad un certo punto di questo percorso l’amministrazione di Monterotondo ha incontrato la cooperativa Il Pungiglione con cui si è riscontrata un’unione di intenti. Sono stati necessari diversi incontri e momenti di confronto: è una sinergia che sta continuando?
E’ stato un caso fortuito, seppure non accaduto per caso. La cooperativa sociale Il pungiglione, che gestisce un servizio diurno per disabili affidato con gara d’appalto, ha inserito all’interno dell’offerta una proposta migliorativa che consisteva in una collaborazione proprio con Labsus. Quindi sono stati loro ad organizzare prima una presentazione all’interno degli spazi che gestiscono e poi una serie di incontri formativi. Questo ci è stato di grande aiuto, perché abbiamo iniziato a parlare in forma ufficiale all’interno dell’aula consiliare e in più la cooperativa ha iniziato a costruire – e sta ancora costruendo – una rete di facilitatori per la diffusione di informazioni sulla cura e la rigenerazione dei beni comuni, sulle forme in cui può essere fatto e sulle opportunità che offre. Un lavoro di sensibilizzazione che ha viaggiato in parallelo con quello dell’Amministrazione sull’approvazione del regolamento. L’approvazione e la costituzione definitiva della rete sono arrivate in contemporanea e spero che possa continuare la sinergia ora che siamo nella fase di applicazione, da solo il regolamento è un pezzo di carta, devono seguire delle azioni concrete.
Una collaborazione proficua nonostante i momenti di crisi vissuti e la tensione che ad un certo punto si è sentita tra il Comune di Monterotondo e la cooperativa Il Pungiglione, che abbiamo visto raccontata all’interno del film inchiesta P.i.i.g.s in cui si incrociano le responsabilità delle Pubbliche Amministrazioni con il coinvolgimento delle banche, ai temi di micro e macroeconomia in tempi di austerity che si riflette nel quotidiano e nell’erogazione dei servizi alle persone…
Le riprese del docufilm sono state realizzate qualche anno fa in un momento particolarmente problematico sia per la cooperativa Il Pungiglione che per l’amministrazione, nel senso che l’amministrazione era l’interlocutore per la cooperativa ma le risorse che si era impegnata a spendere non le riceveva. Per fortuna possiamo parlare di una fase superata, si è trattato di un ritardo nell’erogazione dei fondi, l’amministrazione è andata a riscuoterli dalla Regione, i meccanismi di rendicontazione per i servizi sociali sono stati perfezionati. Non è un periodo che ho vissuto in prima persona, i ritardi nei pagamenti ci sono sempre, ma l’effetto è a cascata, la situazione oggi è migliorata.
Quello di Monterotondo resta un modello esemplare, per quale motivo secondo lei approvare il regolamento è stato fondamentale?
Non molto tempo fa c’è stata l’inaugurazione di un emporio solidale finanziato tramite un bando della Regione Lazio a cui Il Pungiglione ha partecipato in associazione d’impresa con una realtà di volontariato del territorio – La casa delle case – e abbiamo avuto un incontro che mi ha fatto riflettere. Si parla tanto del termine sussidiarietà che ci appartiene anche se a diversi livelli: si pensa subito alla sussidiarietà tra enti locali, che soprattutto per chi lavora nel sociale è un concetto ben presente. Dell’altra componente, quella sussidiarietà che riguarda la partecipazione dei cittadini, si parla meno. Eppure io quando si discute di cittadini associati tengo dentro anche tutti i soggetti d’impresa, a partire dalle cooperative sociali che lavorano con noi su questi argomenti, fino all’impresa privata con un interesse sul territorio e all’interno della società in cui opera. C’è un terreno fertile a Monterotondo per quanto riguarda la cittadinanza attiva, abbiamo notato che a volte queste energie si disperdevano, un po’ per gli ostacoli che la stessa amministrazione pone a queste iniziative, un po’ perché alcune realtà organizzative tendono a ripiegarsi su se stesse. La preoccupazione era che un processo già innescato potesse rallentare e si perdesse un valore di coesione sociale, quindi approvare il regolamento ci è servito per ridare forza e aiuto a chi si è sempre impegnato per Monterotondo, ma soprattutto per far emergere una volontà di fare rimasta sommersa per tanti motivi. Oggi tutti sanno che per chiunque voglia contribuire al mantenimento di quella ricchezza che ogni comunità rappresenta, esiste uno strumento per farlo e un’amministrazione disposta a farlo con loro.
Cosa c’è da questo punto in poi nel futuro di Monterotondo?
Abbiamo ancora qualche problema tecnico da risolvere come l’assicurazione e altri interventi logistici legati ad alcuni progetti presentati, poi bisogna lavorare di concerto con gli uffici comunali coinvolti dal regolamento per non sovraccaricare il personale, proveremo a far capire a tutti che non si tratta di lavoro in più, ma semplicemente di un lavoro diverso. Risolte queste cose, sono fiduciosa perché c’è molto in corso su cui a poco a poco possiamo impegnarci. Ci sono state delle iniziative pubbliche, sono arrivate le prime richieste per la sottoscrizione di patti di collaborazione, intanto sono partiti i lavori di manutenzione e ritinteggiatura di una casetta di legno collocata in un parco e in cui si svolgono attività per bambini e ragazzi in situazioni di fragilità . Sono stati piantumati degli alberi e delle siepi nella zona del mercato, insomma siamo partiti e anche bene ad occuparci insieme dei beni comuni con un regolamento. Apriremo una pagina dedicata sul sito del Comune di Monterotondo. Il prossimo step, quello più ambizioso, sarà un percorso di valorizzazione di un parco naturale tutelato dalla Regione Lazio come area protetta, richiederà tempo ed energie. Immagino che con lo sviluppo della rete che le cooperative stanno cercando di istituire – anche fuori dal nostro Comune – si possano avere altre soddisfazioni e nel giro di un anno avremo ottimi patti da pubblicare e una serie di progetti realizzati dai cittadini per la città che ci renderanno ancora più fieri.
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