Il dibattito sull’individualismo risulta essere spesso al centro delle riflessioni sulla modernità e sulle sue “patologie”, come ad esempio l’indebolimento dei legami sociali all’interno della comunità .
La professoressa Pulcini, introducendo nell’analisi il tema delle passioni, tenta di rileggere la figura dell’individuo moderno, smentendone l’autonomia e la completa razionalità .
Con Montaigne emerge “l’immagine di un Io debole e carente, conscio delle proprie inedite possibilità ma anche della propria vulnerabilità e imperfezione”, un Io ambivalente.
In quest’ottica l’homo oeconomicus del pensiero liberale (Hobbes, Locke, Smith) diventa un soggetto di passioni, rappresentato non più come un essere razionale e calcolatore, teso a massimizzare la sua soddisfazione, ma come un individuo complesso, mosso dal desiderio di possedere ricchezza e beni materiali e dal desiderio di distinguersi dall’altro e di ottenere il riconoscimento (passione acquisitiva e passione dell’Io).
La ricchezza produce ammirazione e posizione sociale.
Secondo questa prospettiva il legame sociale è solo strumentale, l’altro è il nemico (Hobbes), oppure il rivale (Smith); Rousseau considera questo tipo di individualismo alla base della creazione di una società ingiusta e disuguale, il filosofo francese teorizza infatti una contrapposizione fra un Io autentico, capace di dar vita a legami sociali (passioni comunitarie), e la falsa identità individualista.
In questo caso si può parlare di una ricerca dell’autenticità proprio in contrasto con un individualismo acquisitivo ed utilitaristico.
Il declino dell’uomo pubblico e l’indifferenza dell’homo democraticus
Alla base dell’individualismo moderno, conflittuale, è presente una forma di narcisismo patologico che genera la perdita del legame emotivo con l’altro, una diserzione della sfera pubblica e sociale; l’homo democraticus ne rappresenta la sintesi.
Nell’analisi di Toqueville del cosiddetto individualismo democratico è evidente il rapporto tra passione per il benessere e passione per l’uguaglianza, che scaturisce in una società in cui gli uomini sono simili ma non uniti, sfociando nell’apatia e nell’indifferenza.
La democrazia secondo Toqueville logora il legame sociale, fornendo possibilità illimitate (passione acquisitiva) senza però sviluppare un progetto a lungo termine; la democrazia inoltre omologa, l’uomo scompare nella massa e si rinchiude atomisticamente nella ricerca del benessere.
L’homo democraticus, tra atomismo e massificazione, non raffigura più un individualismo aggressivo, ma un individualismo apatico, debole e delegante.
La società di massa, afferma l’autrice, “separa gli uomini senza distinguerli e li riunisce senza metterli in relazione”.
Ripensare l’essere-in-comune e l’homo reciprocus
Se l’homo oeconomicus si illude di essere autosufficiente e l’homo democraticus vive in una narcisistica indifferenza, l’homo reciprocus è consapevole della propria dipendenza dall’altro.
Elena Pulcini introduce nella riflessione la realtà simbolica del dono e di conseguenza il desiderio di un legame come fine in sé e non come mezzo per raggiungere il proprio utile.
L’individuo comunitario quindi rappresenta il prototipo del cittadino attivo, che non rinuncia al proprio soddisfacimento ma che al tempo stesso comprende l’importanza della comunità e che associa alla libertà individuale un senso di responsabilità nei confronti della collettività .
In questo processo di riabilitazione del legame sociale, è necessario “riappropriarsi” dei beni relazionali, dei beni comuni, ma per fare questo bisogna anche recuperare una dimensione di gratuità , rimossa e sacrificata dal percorso utilitaristico dell’homo oeconomicus.
L’homo reciprocus e la mulier activa agiscono in comune con gli altri soggetti assegnando al concetto di individualismo un senso di reciprocità , principio in rima con quello della sussidiarietà , anche dal punto di vista semantico.
ELENA PULCINI, L’individuo senza passioni. Individualismo moderno e perdita del legame sociale, Bollati Boringhieri, Torino, 2001.