I dati Istat dimostrano che le associazioni di volontariato sono aumentate del 152% dal 23 al 26, radicate nelle regioni settentrionali e in continuo aumento nel mezzogiorno (Sicilia, Basilicata, Campania, Molise, Marche, Calabria).Il primato per il maggior numero di organizzazioni è tenuto dalla Toscana anche se il tasso di crescita è inferiore al 74% (circa la metà di quello nazionale).

Nelle associazioni di volontariato operano una maggioranza di uomini dai 3 ai 54 anni, diplomati, laureati e occupati.
Nel 23 i dipendenti erano 12mila e i volontari 826mila mentre nel 25 si ha un aumento dei dipendenti del 77% e dei volontari del 71,4%.

I settori nei quali operano il maggior numero di associazioni di volontariato sono la sanità e l’assistenza sociale, anche se la quota percentuale di organizzazioni diminuisce aumentando nei settori della ricreazione e cultura, protezione civile e protezione dell’ambiente.

I servizi offerti sono quelli relativi all’ascolto, al sostegno e all’assistenza morale e alla donazione di sangue.
Rimane invece stabile il numero di utenti per organizzazione.

Le caratteristiche salienti del fenomeno delle associazioni di volontariato rivelano:
– la diffusione più equilibrata su tutto il territorio nazionale
– una crescente espressione della cittadinanza attiva (è sempre più caratterizzata dall’iniziativa di gruppi di cittadini)
– l’identità del servizio
– potenziamento dell’assetto organizzativo-gestionale
– più campi di intervento e specializzazioni
– più associati e più professionisti nei gruppi
– nuclei di volontari più piccoli

Non mancano però i campanelli d’allarme, visto che è cresciuta la propensione alla gestione delegata di servizi sostenuta da una professionalizzazione delle competenze interne e da una dipendenza dal finanziamento pubblico sempre più ingente.

In allegato la sintesi sul rapporto bimestrale sul volontariato in Italia-25