L’Autrice dà conto di come la nozione stessa di sicurezza abbia subito un progessivo ampliamento, fino ad abbracciare diversi settori della vita di relazione, il cui fine ultimo è di "elevare e migliorare, nel complesso, la qualità della vita dei cittadini".
A tal fine si sono sviluppate diverse accezioni di sicurezza, di volta in volta qualificata da aggettivi che ne giustificano il diverso significato: sicurezza partecipata o condivisa,sussidiaria, percepita, civile e, infine, urbana.
La nozione omnicomprensiva e tradizionale di sicurezza pubblica, che costituisce una funzione esclusivamente statale, calata nelle realtà delle collettività locali implica necessariamente una correlazione con la più ristretta categoria della sicurezza urbana. Quest’ultima è al contempo precipuo compito dello Stato ed esigenza primaria delle collettività locali, costituzionalmente chiamate in causa in quanto maggiormente idonee recepire le istanze delle collettività di riferimento.
La percezione della sicurezza da parte dei cittadini se da un lato è un elemento importante, dall’altro è un tema avvertito essenzialmente a livello emozionale e subisce le eterogenee influenze delle fonti dell’informazione e che generano un allarme sociale e una conseguente sempre più pressante richiesta di repressione.
Tali richieste hanno comportato il conferimento di maggiori poteri ai sindaci e ai presidenti delle province così come hanno dato vita ai "comitati di sicurezza urbana", o alla realizzazione del progetto del "poliziotto di quartiere".
Nella sicurezza urbana rientrano allora "tutti quegli interventi ed iniziative di competenza regionale e locale mirate a migliorare a qualità della vita nelle realtà urbane, assicurando la promozione di un’ordinata e civile convivenza dei cittadini".
Essenziale e primaria è pertanto la rimozione delle situazioni di degrado e disagio e l’educazione alla legalità. Sicurezza urbana e sicurezza pubblica devono quindi mirare alla sicurezza sociale e ambientale, attraverso una sinergia tra l’azione dello Stato e quella delle altre istituzioni. Il loro intervento congiunto è essenziale per scongiurare situazioni patologiche e garantire l’ordine sociale, consentire l’armonico sviluppo della vita della comunità, scongiurando ed elidendo le emergenti tensioni sociali.
Il coinvolgimento della popolazione, ritenuto necessario dall’Autrice, e finalizzato all’obiettivo della sicurezza comune, deve essere improntato alle diverse iniziative di educazione alla legalità e deve favorire la più ampia informazione, tanto dei cittadini quanto degli immigrati, troppo spesso lasciati in situazioni di ignoranza ed emarginazione sociale.
BELLANTONI C., Sicurezza pubblica e sicurezza urbana. Riflessioni sul rapporto tra Stato ed enti territoriali e sul coordinamento degli interventi; in Nuova rassegna, 28, fasc. 8, pp. 861 e ss.