Un progetto Istat/Cnel

Le dimensioni del benessere in tempi di crisi: si riapre il dibattito sul Pil

Il progetto italiano

In Italia il progetto è entrato in una fase operativa che ha visto la pubblicazione da parte dell’Istat di un documento che rende conto della prima fase dei lavori. In una prima fase infatti, L’Istat ha chiesto a un campione di 45 mila persone residenti in Italia di fornire un punteggio da a 1 ad una lista di 15 condizioni che corrispondono ad altrettante dimensioni del benessere.

Da tale rilevazione è emerso che essere in buona salute è considerata la condizione più importante per il benessere individuale, indicata dal 79,9% degli intervistati con un punteggio pari a 1. Al secondo posto si colloca la possibilità  di assicurare un futuro ai propri figli e al terzo l’ambiente.

Le dodici dimensioni del benessere

Contemporaneamente alla diffusione di tali risultati, il presidente del Cnel, Antonio Marzano, e il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, hanno presentano le dodici dimensioni del benessere, scaturite dai lavori del Comitato di indirizzo incaricato di sviluppare una definizione condivisa del progresso e del benessere della società  italiana. Le dodici dimensioni del Benessere sono:

Ambiente

Salute

Benessere economico

Istruzione e formazione

Lavoro e conciliazione tempi di vita

Relazioni sociali

Sicurezza

Benessere soggettivo

Paesaggio e patrimonio culturale

Ricerca e innovazione

Qualità  dei servizi

Politica e istituzioni

L’aspetto interessante è che su queste dimensioni si è aperta una fase di consultazione pubblica sul sito www.misuredelbenessere.it, aperta ad esperti, società  civile e singoli cittadini, al fine di sondare l’effettiva importanza di tali dimensioni per la società  italiana.

La soddisfazione dei cittadini per le condizioni di vita

Nelle stesse settimane l’Istat ha presentato i risultati dell’indagine multiscopo sugli “Aspetti della vita quotidiana”, svolta a marzo 211 che ha rilevato la soddisfazione dei cittadini. Anche in questo caso gli intervistati potevano rispondere con un punteggio da a 1 ad una serie di domande. Alla domanda: “Attualmente, quanto si ritiene soddisfatto della sua vita nel complesso?”, il 51,8 percento degli intervistati ha fornito una risposta compresa tra 7 e 8, mentre il 7,6% ha indicato la soddisfazione massima.

Per quanto riguarda gli aspetti economici, il 5,9 percento del totale delle famiglie giudicano la propria situazione economica sostanzialmente invariata rispetto all’anno precedente; anche se il 43,7 percento dichiara invece un peggioramento.

L’indagine prende in esame diverse variabili comprese le relazioni familiari e amicali che sembrano mantenere un livello buono di soddisfazione.

Interessante è il dato sulla fiducia: alla domanda “Lei generalmente pensa che ci si possa fidare della maggior parte della gente oppure bisogna stare molto attenti?”, il 76,8 percento degli intervistati pensa che sia necessario “stare molto attenti” nei confronti degli altri, a fronte di un 21,1 percento che è orientato ad un atteggiamento di fiducia.

Il benessere in tempo di crisi

La forza di tali progetti consiste nella loro capacità  di intaccare un modello culturale, i cui effetti proprio in queste settimane sono all’origine del riacuirsi della crisi globale. Le misure richieste agli stati per fare fronte alla crisi sono essenzialmente di natura economica, ma non intaccano il modello di sviluppo su cui le nostre società  si fondano. Al contrario, tale prospettiva è ritenuta retrograda e nella migliore delle ipotesi naà¯f.

E’ difficile dire se in tempi di crisi ci siano margini reali per rivedere le modalità  attraverso le quali viene misurato il benessere; resta il fatto che ci si dovrebbe interrogare su quali siano le finalità  dell’azione di governo e se questa non debba preoccuparsi anche della felicità  dei cittadini e della qualità  delle loro vite.