L'ultimo saggio di Giovanni Moro

L ' oggetto del libro è l ' attivismo civico, ossia il fatto che i cittadini si uniscono e agiscono nella scena pubblica per cause di interesse generale giocando il ruolo di agenti del policy making

Giovanni Moro è uno studioso del fenomeno della cittadinanza attiva e dei mutamenti di questo fenomeno cosìpeculiare e importante per la nostra democrazia. La prima parte del libro è infatti dedicata ad una approfondita riflessione sulla cittadinanza come fenomeno sociale e politico e alla visione. L’autore si focalizza sul ruolo ricoperto dal cittadino all’interno del paradigma della cittadinanza democratica con particolare riferimento alla sua crisi, che ha messo in discussione alcuni fra i pilastri fondamentali di tale paradigma (territorio e confini sotto il profilo istituzionale, identità  nazionale sotto il profilo culturale, rappresentanza sotto il profilo politico). Attenzione particolare è data al fenomeno  della cittadinanza attiva sotto il profilo dei mutamenti del paradigma democratico. Prendendo le mosse da Thomas Kuhn, filosofo della scienza autore de ” La struttura delle rivoluzioni scientifiche ” il quale descriveva le scienze come un susseguirsi di paradigmi dominanti: questi paradigmi vengono messi in crisi dall’emersione di anomalie. Le anomalie sono fenomeni problematici che il paradigma scientifico dominante non riesce a spiegare, a gestire, che ne mettono di conseguenza in crisi l’assunto fondamentale e ne impongono il superamento in favore della nascita di un paradigma nuovo.

L’attivismo civico come anomalia

L’attivismo civico è considerato dall’autore come l’anomalia che mette in crisi alcuni dei pilastri del paradigma democratico tradizionale. Le questioni poste dall’autore al centro del suo libro sono legate proprio a questa dinamica ; in primo luogo, la relazione inversatra partecipazione elettorale e  partecipazione civica, che mette in discussione l’assunto secondo il quale ad una maggiore partecipazione civica corrisponde un maggiore esercizio del voto; la questione della rappresentanza delle organizzazioni civiche, che non si adatta alle forme tradizionali della legittimazione rappresentativa e che tuttavia viene percepita come altamente legittimata; infine, la questione della definizione da dare a questo fenomeno dalle mille sfaccetatture (il ” nome della cosa ” , come ironizza l’autore stesso). L’autore adotta un approccio di fenomenologia empirica cercando di distaccarsi quanto più possibile dall’utilizzo di un approccio normativo, da egli giudicato dannoso ai fini dello studio di un fenomeno tanto complesso. L’utilizzo di un approccio normativo, sottolinea Moro, porta a chiedersi quanto un fenomeno si discosti rispetto al modello di riferimento, invece di riflettere sull’eventualità  che sia la teoria dominante a non essere in grado di comprendere in sé la portata del fenomeno. Il fenomeno della cittadinanza attiva, come i numerosissimi casi analizzati su Labsus testimoniano, è caratterizzato dallo spontaneismo e   dalla fluidità  e presenta moltissime sfaccettature.   Come afferma l’autore, ” tutto ciò suggerisce di considerare la cittadinanza non solo come uno status giuridico, ma anche come un processo sociale, culturale, politico e istituzionale che deve essere studiato come tale ” .

L’impatto della cittadinanza attiva sulla qualità  democratica

L’obiettivo che l’autore si pone con questo libro è quello di riflettere sull’impatto del fenomeno della cittadinanza attiva sulle dimensioni della qualità  democratica. Dopo aver analizzato la cittadinanza attiva come anomalia, l’autore compie una riflessione sulla cittadinanza attiva come fenomeno, cosìda evidenziarne gli elementi empirici che la contraddistinguono   e poter meglio comprenderne l’impatto sulla realtà  ; sotto il profilo dell’identità  e dell’operatività , l’autore racconta la ” storia ” della cittadinanza attiva, il contesto nel quale il fenomeno è nato e si è sviluppato e la sua portata nel momento storico attuale. Per quanto riguarda l’enucleazione dei significati della cittadinanza attiva, politico, operativo e costituzionale, attenzione particolare viene qui posta sul significato costituzionale della cittadinanza attiva, che connette secondo l’autore la libertà  di associazione alla frontiera della sussidiarietà  circolare. Con l’inserimento in Costituzione della sussidiarietà  orizzontale, infatti, si afferma che la Repubblica ha il dovere di valorizzare il contributo dei cittadini, qualora esso sia orientato all’interesse generale. L’autore riprende una definizione di Giuseppe Cotturri, quella della sussidiarietà  circolare per marcare la   differenza con le visioni tradizionali cattolica, liberale e socialista della sussidiarietà  come emerge dalla lettura del testo costituzionale. Il cuore del lavoro di Moro è nella terza parte del libro, dove l’autore affronta il tema dell’analisi dell’impatto del fenomeno della cittadinanza attiva sulle dimensioni della qualità  democratica; qual è la relazione tra la cittadinanza attiva e la politica democratica, tenuto conto delle peculiarità  del fenomeno? La chiave di lettura utilizzata dall’autore è quella che privilegia la comprensione della cittadinanza attiva come parte di un processo di trasformazione della democrazia. La formalizzazione più recente e più nota della qualità  democratica, proposta da Leonardo Morlino, identifica tre dimensioni della qualità  democratica, una dimensione procedurale, di contenuto e di risultato, identificando degli standard di qualità  democratica a fronte dei quali Moro presenta un’ipotesi di standard di qualità  civica della democrazia, organizzati seguendo la stessa ratio degli standard classici. Il lavoro di Moro rappresenta in questo senso un avanzamento del processo di ricerca sulla qualità  democratica, che permette di affiancare gli standard di qualità  civica agli standard definiti. La cura dei beni comuni, per esempio, è inserita dall’autore come standard riferito alla dimensione sostantiva. La specificazione di questo standard è una migliore protezione e manutenzione dei beni comuni, l’estensione della quantità  dei beni tutelati e l’eguaglianza nell’accesso. Con il suo ultimo libro Moro apre quindi la strada a una sfida, quella di comprendere quale possa essere l’impatto di un fenomeno spontaneo e cosìdiffuso, l’attivismo civico a tutela dei beni comuni in un contesto di mutamento e trasformazione della democrazia qual è quello attuale.

Leggi anche: