La delibera “Un Patrimonio di idee” era già stata descritta a inizio settembre dal sindaco di Roma Ignazio Marino come uno strumento valido per rivitalizzare l’economia capitolina: nell’ambito di “Un Patrimonio di idee” verranno emessi 4 bandi per dare spazio a produzioni culturali, all’incubazione di nuove imprese, ad attività di coworking, all’allestimento di show room e atelier culturali e per l’assegnazione di spazi nei contesti specifici dell’edilizia residenziale pubblica.
Già cinquanta edifici sono stati individuati dagli uffici del Dipartimento Patrimonio di Roma e verranno presto assegnati ai proponenti di progetti compatibili con i criteri enunciati nelle linee guida promulgate in questi giorni dal comune di Roma.
“Un Patrimonio di idee” si inserisce nel contesto più ampio delineato dalla deliberazione n.66 del 18 luglio 2013 con la quale l’assemblea capitolina ha approvato le linee programmatiche di una nuova amministrazione che si muova nella direzione del principio di sussidiarietà , di una cittadinanza attiva e partecipe, di una stretta collaborazione con essa.
Un Patrimonio di idee da realizzare
Con la deliberazione n. 66, il comune di Roma definisce il patrimonio pubblico come bene comune del quale tutti i cittadini devono essere messi nelle condizioni di potersi prendere cura. L’amministrazione quindi porrà particolare attenzione nel delineare una modalità di gestione del patrimonio di Roma, in zone centrali e periferiche, condivisa con i cittadini e che conduca alla riqualificazione degli spazi per una maggiore coesione sociale e uno sviluppo innovativo a livello culturale e imprenditoriale.
Sulla scia della deliberazione n.66, “Un Patrimonio di idee” è il tentativo che compie l’assemblea capitolina di rilanciare la qualità del vivere urbano, il sostegno all’abitare, il recupero della città esistente nel rispetto della sostenibilità ambientale e con il coinvolgimento del Terzo Settore e delle associazioni per la creazione di servizi, spazi, processi innovativi di crescita sociale ed economica.
L’assegnazione di immobili di proprietà comunale inutilizzati o mal gestiti ad associazioni, enti, aziende pubbliche o private, cittadini, cooperative diviene quindi lo strumento per attuare una progettualità territoriale che porti alla creazione di nuove opportunità di coesione sociale, svago, crescita e sviluppo per la comunità , in coerenza con quanto affermato nella deliberazione n.66 e nella legge n.112 art.6 del 7 ottobre 2013, nella quale si sottolinea l’urgente necessità di realizzare Centri di produzione artistica e di offrire opportunità di spazi ai giovani artisti.
Il Dipartimento Patrimonio, Sviluppo e Valorizzazione valuterà i progetti insieme alla VII Commissione Assembleare Permanente, ai competenti Dipartimenti ed in accordo con i Municipi, predisponendo bandi pubblici che potranno prevedere la concessione in uso agevolato per un periodo sperimentale di sei anni, rinnovabile, degli immobili liberi. I progetti dovranno presentare un piano di attività e iniziative rivolte all’intera cittadinanza e/o quartiere da realizzarsi nel periodo per cui è stata richiesta la concessione. Le eventuali spese di conduzione e manutenzione ordinaria saranno a carico degli assegnatari, clausola che permette di riqualificare e valorizzare immobili di proprietà comunale in stato di degrado o semi abbandono senza alcun esborso da parte dell’Ente.
Oltre alla loro riqualificazione e all’implementazione di progetti di carattere artistico-culturale, gli spazi verranno selezionati e assegnati anche per lo sviluppo di nuovi percorsi imprenditoriali e opportunità lavorative per i giovani e per affrontare l’emergenza abitativa della capitale, nel contesto dell’edilizia residenziale pubblica.
Interessante il progetto ” Roma, Città da Coltivare ” per favorire il recupero del patrimonio agricolo pubblico sotto la giurisdizione di Roma e la conseguente creazione di nuove opportunità lavorative per i giovani in cerca di occupazione.
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