L’evento è stato organizzato con la tecnica del world cafè ed è stato un momento anche formativo di alto livello grazie al contributo non solo di docenti universitari e dottorandi, ma anche di 22 funzionari di comuni toscani che hanno confrontato le proprie esperienze e hanno contribuito a creare un programma futuro di approfondimento di alcune tematiche comune.
L’incontro -che è iniziato con i saluti dell’Assessore comunale di Pisa A. Ferrante- è stato preceduto da alcune relazioni introduttive. Il Prof. Emanuele Rossi, della Scuola Superiore Sant’Anna, ha presentato una nuova ” sfida ” per i regolamenti di amministrazione condivisa, evidenziando come i diritti sociali siano sempre più ” nomi ” con contenuti diversi rispetto ai contenuti effettivi, quindi non diritti in sé esigibili, ma tali solo se vi è una reale sostenibilità o compatibilità economica. Pertanto alcuni tipi di servizi realizzati in risposta a tali diritti, potrebbero essere anche occasioni di nuovi ” investimenti ” sociali se si chiedesse ai destinatari di talune prestazioni (per es: chi usufruisce del sostegno alla povertà , alla disoccupazione, ecc), se consenzienti, di restituire almeno parte del ricevuto, lavorando per la cura dei beni comuni (materiali o immateriali). Il regolamento potrebbe essere lo strumento per favorire anche questa applicazione concreta di c.d. ” welfare rigenerativo ” .
La rete regionale Labsus-Toscana non sarà basata su un modello gerarchico, ma sulla autonomia relazionale
Gregorio Arena ha ripreso l’argomento evidenziando invece come una stessa norma in contesti diversi dia risultati molti diversi: perché ogni riforma in effetti ha processi quotidiani di modifica e adeguamenti continui. E sono proprio questi che rendono effettiva una riforma che altrimenti rimarrebbe solo sulla carta. Cosìogni riforma se è ” accompagnata ” permette che il cambiamento avanzi effettivamente e che l’amministrazione non si fermi davanti a dubbi e incertezze. Per questo è importante la rete regionale di Labus: uno scambio di esperienze continuativo, sistematico per argomenti, che favorisce il consolidarsi di nuove prassi, diventando quindi ” strutturale ” , parte integrante del cambiamento, momento di ” accompagnamento ” e di formazione reciproca tra pari. La rete regionale di Labsus ha questi obiettivi: non può essere un modello gerarchico di centro e periferie locali, bensìun modello fondato sull’autonomia relazionale che farà emergere di volta in volta un ” centro ” a seconda di chi, nella rete, potrà offrire le risposte o prassi più adeguate ai quesiti e problemi che emergeranno man mano.
Immaginare e creare un contesto favorevole
Sono 23 i Comuni toscani che ad oggi hanno adottato o stanno adottando il Regolamento, come ha evidenziato Rossana Caselli, la referente Labsus della neo-rete toscana. Si tratta di esperienze tra loro eterogenee, favorite anche da un contesto normativo come quello della legge regionale sulla partecipazione e da un terzo settore radicato sul territorio, oltre che da un volontariato singolo, di cittadinanza, in costante crescita. Creare un contesto favorevole futuro per l’introduzione e gestione del regolamento per l’amministrazione condivisa sarà anche un compito della rete regionale Labsus, valorizzando queste caratteristiche già presenti, ma immaginando come sostenere questa radicale trasformazione che è l’amministrazione condivisa.
Labsus ed i regolamenti comunali
Durante i lavori del world cafè, tra le numerose pratiche toscane un particolare rilievo è stato dato al Regolamento, inteso come quadro generale entro cui collocare nuove modalità di collaborazione tra Comune e cittadini. Accanto a incertezze che possono rendere più fragile e lenta l’introduzione dei patti di collaborazione (come le questioni assicurative, la sicurezza e la relativa formazione dei cittadini, le certificazioni, ecc.) si sono affrontati temi che accomunano le diverse esperienze dei funzionari alla ricerca di modalità condivise per affrontare con forza i percorsi innovativi.
Tra questi ha assunto un particolare rilievo un tema ” trasversale ” , ossia quello della comunicazione, sia nei confronti dei colleghi degli altri uffici (come comunicare l’amministrazione condivisa per superare l’indifferenza o l’ostracismo dei colleghi? Quale ” interfaccia ” nella comunicazione tra ente locale e cittadini?); sia nei confronti dei cittadini (come comunicare con i cittadini motivandoli e offrendo loro risposte certe e chiare da parte dell’ente; come comunicare il senso di appartenenza alla comunità , inteso come essenziale fine del regolamento). La comunicazione è quindi risultata un nodo cruciale per gli sviluppi futuri dell’amministrazione condivisa che la rete regionale Labsus vorrà affrontare.
A tal fine la rete regionale Labsus, si è detto anche nella plenaria seguita ai lavori del world cafè, potrebbe dare alcune risposte concrete a questi tipi di interrogativi innanzitutto fornendo alcune ” prove empiriche ” , a colleghi e cittadini, che l’amministrazione condivisa funziona e funziona bene. Ciò significa innanzitutto raccogliere le diverse esperienze dei ” patti ” e far conoscere le pratiche migliori, mettendole on line, sia nei siti dei Comuni sia sulla piattaforma di Labsus. Ma significa anche avviare un processo di miglioramento continuo attraverso una gestione di informazioni in rete che permetta di adottare un approccio wiki, ossia di reciproca conoscenza per favorire i miglioramenti continui, magari anche ” tipizzando ” i diversi tipi di esperienze in base ad un loro diverso grado di complessità ed ambito di interventi. Ma non solo; è necessario anche sviluppare altri tipi di relazioni e rapporti che diano autorevolezza e autorità alle risposte ai diversi problemi dell’amministrazione condivisa. In sostanza: sviluppare rapporti con altri enti che possano favorire questo processo innovativo: Regione, ANCI, Sovraintendenze artistiche e culturali, Enti parchi, usi civici, ecc., ma anche compagnie assicurative o altre ancora che potrebbero rendere più semplice ed efficace l’adozione di risposte comuni a problemi simili con cui i funzionari si debbono confrontare quotidianamente. Labsus potrebbe favorire questo tipo di connessioni.
Un programma di lavoro per i prossimi mesi
Dalla sintesi dei lavori dei gruppi svolta da Gregorio Arena in chiusura dei lavori della giornata è quindi nato un programma di lavoro futuro basato sui seguenti punti:
- si costituiranno tre gruppi di lavoro, ciascuno formato da almeno due o tre funzionari sui seguenti temi: a) assicurazione; b) organizzazione del sito web di Labsus e creazione collegamenti diretti con i siti dei Comuni e viceversa; c) ” tipizzazione ” degli interventi/patti per favorire percorsi di miglioramento continui;
- si organizzeranno riunioni tematiche nei prossimi due incontri di rete già programmati, ossia uno a Pistoia (2 dicembre 2015) in occasione della presentazione ufficiale del Regolamento ed in cui sarà presente ANCI Regionale (tema di approfondimento: la comunicazione) e uno a Cortona (febbraio 2016, con un tema di approfondimento relativo agli aspetti assicurativi);
- si svilupperano rapporti con altri interlocutori istituzionali del territorio, iniziando dall’incontro di Pistoia (ANCI regionale);
- si svilupperà il nuovo sito di Labsus con forum e consulenze in rete (come sarà in parte indicato dal gruppo di lavoro) e pensando anche ad altri strumenti di condivisione.
L’incontro si è quindi concluso con una serie di appuntamenti di lavoro già stabiliti a breve e con l’annuncio di una nuova iniziativa programmata a Firenze per il 31 ottobre per la presentazione del Regolamento ed a cui parteciperà il presidente di Labsus.