I cittadini integrano non sostituiscono l'azione della pubblica amministrazione

L’ormai ampia diffusione del Regolamento in Italia (superata largamente la soglia dei 100 comuni tra regolamenti approvati e da approvare) aumenta la possibilità , inevitabilmente, di un uso distorto di questo strumento. Può accadere, infatti, come testimonia il caso di Porcia, che la logica della sostituzione del privato all’intervento pubblico abbia la meglio su quella, alla base del testo, della collaborazione tra cittadini e pubblica amministrazione.

Il caso Porcia

Ma cosa è successo a Porcia? Prima di analizzare il caso, ricostruiamo quanto accaduto: poco più di due mesi fa, l’amministrazione comunale di Porcia (Pordenone) accetta la proposta di collaborazione redatta da un gruppo di cittadini esasperati dalla situazione del manto stradale nella loro zona, precisamente l’incrocio tra via Portovieli e via del Biss. Oggetto principale del patto siglato (quindi fatto rientrare giuridicamente nel Regolamento appena approvato  nel comune friulano), è l’intervento di asfaltatura di un tratto di strada pubblica, una cinquantina di metri in tutto per una spesa di circa 1000 euro a carico dei cittadini. Sebbene possa sembrare esiguo l’intervento in termini di grandezza economica e strutturale, vorremmo analizzare  i motivi per il quale, a nostro avviso, questo patto non possa rientrare nei casi di buona applicazione del principio di sussidiarietà  orizzontale e di amministrazione condivisa.

Il fine ultimo ed esclusivo del principio di sussidiarietà , costituzionalmente parlando, è favorire l’integrazione tra cittadini, in forma singola o associata, e pubblica amministrazione per lo svolgimento di attività  di interesse generale. Nel caso sopra descritto non vediamo nessuna condivisione di idee, risorse, responsabilità , competenze ed energie tra cittadinanza e amministrazione locale; riteniamo che questo sia un classico esempio di supplenza da parte del privato alle inefficienze della amministrazione.
Assistiamo essenzialmente alla segnalazione di un urgente intervento di ripristino del manto stradale (legittima doglianza dei cittadini) da enumerare certamente nell’ambito delle opere pubbliche. Quest’ultimo ambito prevede tutt’altra disciplina ed excursus amministrativo. A quanto ci è dato sapere, uno dei motivi che ha condotto l’amministrazione comunale di Porcia ad accettare la proposta dei cittadini è l’esiguità  delle risorse finanziarie a disposizione per interventi del genere: se proprio vi è un problema di liquidità  per finanziare opere pubbliche, ci sono altri istituti previsti dalla legge (pensiamo al Project Financing, al contratto di sponsorizzazione ecc.), non di certo annoverabili all’interno del Regolamento per l’amministrazione condivisa.

Per concludere può essere considerato un tratto stradale, un’infrastruttura quindi, un bene comune?  Certamente esisteranno diversi pareri su questo, ma noi vi poniamo un quesito retorico: può essere considerato “bene comune” un tratto stradale, quindi un bene in grado di liberare energie, competenze e passioni anche di natura sociale?

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