All'interno del patto di collaborazione di Adelfia nasce il laboratorio “Con gli occhi di un bambino”, progettato dal gruppo pugliese di Labsus, per riuscire a guardare con gli occhi di un bambino la città

Abbiamo proposto ai ragazzi di osservare delle schede preparate in precedenza, con fotografie ed informazioni di base su alcuni spazi pubblici della città di Adelfia, luoghi di prossimità, spazi della loro vita quotidiana, che possono osservare a tutte le ore della giornata. Abbiamo poi proposto loro alcune riflessioni sul concetto di beni comuni, come riconoscerli, rispettarli e valorizzarli, insistendo soprattutto sulla differenza tra spazi pubblici e privati e tra beni comuni e beni privati.

Il laboratorio sulla città e i beni comuni “Con gli occhi di un bambino”

I ragazzi avevano il compito di reinventare i luoghi proposti, riprogettandoli secondo quello che amerebbero vedere nella propria città e secondo le attività che vorrebbero svolgere nello spazio pubblico, dando così una loro versione di Adelfia, liberando completamente la creatività. Alla fine dell’attività di disegno abbiamo poi osservato tutti gli elaborati prodotti in una fase di confronto con l’esistente e i ragazzi hanno avuto la possibilità di riflettere circa i propri bisogni all’interno della città. Abbiamo poi provato a trasformare le loro suggestioni in richieste concrete di servizi e proposte di rigenerazione e cura condivisa dei luoghi, da trasmettere direttamente al sindaco con una lettera che ci siamo impegnati a scrivere insieme ai ragazzi e a recapitare, in un momento di condivisione delle idee e proposte dei piccoli cittadini con l’amministrazione.

Il ruolo dei bambini nello sviluppo dell’amministrazione condivisa

Abbiamo cominciato, così, a costruire la mappa della città di Adelfia a misura di bambino, ponendo le basi per la futura mappatura condivisa dei beni comuni. Il ruolo dei bambini e dei ragazzi nella realtà socio-urbana è fondamentale, perché ci permette di vedere problemi e bisogni spesso inespressi, che altrimenti non riusciremmo a focalizzare guardando con la lente dell’età adulta, che tende a vedere la trasformazione dei luoghi consolidati nelle abitudini quotidiane, come difficile da attuarsi, abbassando quindi il livello di richieste e aspettative e tendendo a considerare i problemi, economici e burocratici come insormontabili.

labsus2Occorre invece immaginare senza porsi limiti, liberando la creatività e spostando l’attenzione sulle necessità di gioco e sport dei ragazzi e sul conseguente bisogno di creare spazi da condividere per la socializzazione e la crescita dell’individuo. È importante, inoltre, che bambini e ragazzi comprendano l’importanza dello spazio pubblico come bene comune e del rispetto e della cura dei luoghi urbani, teatro della vita quotidiana di ogni cittadino. Questo lavoro può essere fondamentale per ristabilire un legame tra i ragazzi ed il territorio, per insegnare loro ad amare la propria città e a prendersene cura, per tornare a renderla viva, attivando spazi di gioco e confronto, nell’era dei videogiochi e dell’individualità, in cui è sempre più difficile condividere tutto, dagli spazi alle idee.

Lo sviluppo nei ragazzi di una visione positiva da cittadino attivo, che non subisca semplicemente le scelte di governo del territorio imposte su un modello top-down tradizionale, ma partecipi e proponga alternative, crescendo nella consapevolezza di poter incidere con le proprie proposte e il proprio contributo personale e intellettuale, è la chiave per una maggiore inclusione sociale nel processo decisionale amministrativo.

Perché tutti, dai cittadini che subiscono, lamentandosi, agli amministratori comunali, possano tornare a guardare la città “con gli occhi di un bambino”.

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