Il 14 marzo a Milano presenteremo sei diverse esperienze di cura condivisa dei beni comuni, rappresentative di tantissime altre sparse in tutta Italia

Si occupano della terra e dei monumenti, delle relazioni e delle persone, dell’ambiente e dei bambini, i sei patti che saranno presentati a Milano nel corso dell’incontro “L’Italia che si prende cura dell’Italia” (14 marzo ore 9.00), promosso dal Labsus, Touring club e Fondazione Cariplo, e che vede la collaborazione di Legambiente, Caritas, Fai, Cai e Slow food.
E’ l’Italia bella fatta dai cittadini attivi nei borghi e nelle città del nostro Paese; e sono anche alcune grandi organizzazioni diffuse in tutto il Paese, che nella loro azione quotidiana puntano a una più radicata e solida cultura della valorizzazione e del rispetto delle risorse e delle persone. Per questo l’evento ha una valenza “Politica”, nel senso più ampio del termine, perché l’Italia che vuole rendersi visibile come “soggetto collettivo” rappresenta di fatto un’alternativa all’Italia del rancore, del risentimento, dell’egoismo e dell’incuria.

Sei storie d’impegno, da nord a sud

Storie positive e dense d’impegno, difficilmente sintetizzabili in poche parole, vista la ricchezza delle finalità e degli obiettivi. Ad esempio ad Adelfia, in Puglia, un terreno urbano pubblico in stato di abbandono viene recuperato e destinato a fini di interesse generale dalla comunità delle donne braccianti, che li hanno prodotto una serie di iniziative utili a tutti: la cura dei minori (incompatibile nei periodi massima raccolta agricola nel mese di agosto); un campo estivo co-gestito da nove associazioni con laboratori per la gestione dell’abbandono dei più piccoli, 3-5 anni; progetti di agricoltura sociale; laboratori ludico-ricreativi per i più grandi; e persino un fondo mutualistico tra braccianti per sostenere chi è in difficoltà. Un patto che nel 2018 è stato ospitato al Conferenze e workshop internazionali di FAO e ILO.


A Caserta, ancora, dove si stanno occupando del recupero di Villa Giaquinto, un parco pubblico per bambini, vasto oltre 9600 mq, realizzato su un’area sottratta al tentativo di speculazione edilizia nel pieno centro storico. Chiusa dal Comune nell’agosto 2015, perché era diventato un luogo pericoloso anche per la presenza di spacciatori, dal gennaio 2016 i cittadini si auto-organizzano per l’apertura della “Villetta”, e piano piano nasce una vera e propria comunità tra pari in cui gli anziani diventano nonni di tutti e i giovani nipoti di tutti. Così nel giugno 2017 l’amministrazione comunale riapre ufficialmente il parco; viene approvato il Regolamento per l’amministrazione condivisa e infine è approvato il patto di collaborazione. Il Comitato per Villa Giaquinto, così, si occupa regolarmente della manutenzione del verde, delle siepi, degli alberi a basso fusto, delle attrezzature ludiche, della pulizia ordinaria della zona e dello svuotamento dei cestini e organizza una serie di attività culturali, sportive e di aggregazione sociale, come il cinema all’aperto “Cinema in erba”.
E poi c’è il lavoro che riguarda le mura di Siena, tra i patrimoni dell’UNESCO. Allo scopo di recuperare e conservare la bellezza di tale monumento che risultava, in buona parte, aggredito e ricoperto da piante infestanti, la Soprintendenza, il Comune e i cittadini hanno realizzato un’importante forma di cooperazione. I cittadini di Siena si sono riuniti nell’associazione di volontariato “Le Mura”, per un progetto di recupero, manutenzione e tutela delle mura della città, insieme a tutto il centro storico.
E ancora: Genova, con le associazioni che nel Municipio di Valpolcevera, quello del Ponte Morandi, ha avviato un percorso partecipativo di ascolto dei bisogni del territorio per usufruire collettivamente dei locali civici dell’antica Casa della Beata Chiara. O l’Orto Condiviso a Monza avviato dalla Associazione San Vincenzo nel marzo del 2017, con lo scopo di recuperare spazi inutilizzati e trasformarli in orti. E infine Latina, dove nel nome del Gigante Buono (un eucalipto abbattuto per necessità) si è deciso di adottare, idealmente, un piccolo pezzo di verde vicino alla scuola e al luogo in cui si trovava il Gigante ed è stato chiamato il “Giardino della Vita”: e li si è iniziato a piantumare e a realizzare attività per cittadini e cittadine, in particolare per i bambini e le bambine.

Dare visibilità e consapevolezza

Insomma, il 14 a Milano presenteremo queste iniziative come esperienze, belle e rappresentative di tantissime altre simili e sparse in tutta Italia da nord a sud. Moltissime nate nel quadro del Regolamento dell’Amministrazione condivisa dei beni, che portiamo avanti da cinque anni, e che è stato adottato già da 185 comuni, in tutta Italia: abbiamo calcolato che interessano ormai circa 10 milioni di cittadini. Speriamo, di veder crescere, ancora, il numero dei Comuni che adottano il Regolamento in vista di futuri Patti e a sostegno dei quali abbiamo prodotto un Glossario, Voci in comune, che può essere utile per chi volesse saperne di più (clicca qui per scaricarlo).

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