La storia dello Spazio In&Out, tra iniziativa sociale, buona politica e resilienza di comunità

Si aggiunge un’altra piccola esperienza alla lista dei progetti di rigenerazione e di cura condivisa degli spazi urbani. Un’esperienza tanto piccola quanto complessa e potente, che è stata in grado nel tempo di generare circoli virtuosi di trasformazione e di ri-tematizzazione di un intero quartiere. A Crema, lo spazio “In&Out”, un ex-magazzino di proprietà di ALER, in via Edallo, viene riqualificato e inaugurato nel 2018 nell’ambito del progetto “Piazza In&Out”. Il progetto, portato avanti da ACLI Crema, dal 2017, lavora sul quartiere di Santa Maria, a Crema-nord, e propone una riflessione sul principale spazio pubblico all’interno di un complesso di edilizia residenziale pubblica.

Un’alleanza che prepara il campo…

Le radici del successo di questo progetto sono da ricercarsi senza dubbio nell’orientamento delle politiche promosse dall’amministrazione e nelle forze sociali ed economiche del territorio. Il Comune di Crema nel 2014 affida l’offerta del servizio di mediazione abitativa dei complessi ERP ad ACLI Crema, che da subito si configura come un gestore sociale attento alla costruzione di relazioni nelle comunità abitanti e alla sperimentazione di servizi e di pratiche collaborative. Nel 2017, il progetto “Piazza In&Out” riceve dei finanziamenti da parte della Fondazione Comunitaria di Cremona e dall’Azienda Farmaceutica Municipalizzata e trova il pieno supporto da parte dell’amministrazione comunale. Il Comune di Crema, infatti, in accordo con il gruppo di progetto, prende in locazione lo spazio inutilizzato di proprietà di ALER in via Edallo 6, un locale al piano terra posizionato in una delle vie del quartiere a più alta percorrenza.

La “svolta” di quartiere

L’approccio che permea l’intero processo di riqualificazione dello spazio affonda le sue radici nella visione dell’abitare collaborativo: coinvolgimento di abitanti e associazioni, costruzione di rete tramite piccole azioni di cura condivisa, organizzazione di servizi autogestiti dalla comunità di abitanti. Fin da subito il progetto raccoglie il supporto attivo di molti soggetti, tra i quali si distinguono cinque associazioni di quartiere e l’oratorio della parrocchia di Santa Maria. Il quartiere si mobilita. Si inaugura lo Spazio In&Out il 20 giugno 2018 e da quel giorno il progetto incomincia a intercettare numerose collaborazioni con altre realtà associative della città di Crema. Oggi, a due anni di distanza, lo spazio ospita diversi servizi, tra cui il Servizio di mediazione abitativa offerto da ACLI e un presidio medico per anziani. Inoltre, vengono organizzate molte altre attività gestite direttamente da volontari, quali attività sportive o educative, come lo “Spazio Compiti”, o iniziative artistico-ricreative ed eventi culturali aperti a tutti.

Uno spazio per chi lo vuole

Dal 2018 al 2020 i cambiamenti sono stati molti. La rigenerazione e la cura collaborativa di uno spazio fisico come piattaforma multi-utilizzo per l’offerta di servizi gravitanti attorno al tema della mediazione abitativa ha favorito la lenta costruzione di un’arena di confronto e decisione collaborativa tra gli abitanti del quartiere. Importanti sono stati, per esempio, i passi avanti sul tema della convivenza tra culture differenti, grazie a numerose attività volte alla costruzione di conoscenza condivisa sulle differenze culturali e linguistiche e alla formazione linguistica per cittadini stranieri. D’altra parte, lo spazio non si è prestato in maniera totalizzante alla logica del problem solving, poiché oltre a essere sede di servizi in risposta a bisogni emergenti, si configura anche come un luogo di libera socializzazione e di arricchimento “non organizzato”. Lo Spazio In&Out è un luogo in cui anziani, giovani, bambini e tutti i cittadini possono trovare svago e allo stesso tempo interazione nella creazione di nuovi legami di vicinato.

Tutti per uno, uno per tutti

“Tutti per uno, uno per tutti”, almeno fino a quando si può uscire di casa. Come sappiamo bene, l’arrivo del 2020 ha portato con sé una grande crisi, sospettata da alcuni, ma inaspettata da molti. Il Covid-19 ha messo in tensione il sistema del volontariato e più in generale di tutto il Terzo Settore. A causa delle restrizioni, stringenti soprattutto in alcune regioni, come per la Lombardia, la maggior parte delle associazioni e dei loro progetti hanno dovuto fermarsi, e con loro una buona fetta dell’offerta di servizi di welfare sociale. Finito il lockdown, tuttavia, è stato proprio nella ripresa del servizio volontario che si è riconosciuta la vera forza del progetto In&Out. La vicinanza con le persone, anche se con le dovute distanze, ha permesso di cogliere istantaneamente le necessità emergenti degli abitanti, soprattutto di quelle famiglie che non avevano spazio e risorse sufficienti per garantirsi livelli salutari e giusti di una qualità di vita quotidiana. È nata così, per esempio, l’idea di alcuni giovani ragazzi di organizzare delle attività in periodo estivo per l’aiuto dei bambini nello svolgimento dei compiti o attività ricreative e ludiche all’esterno. Oggi, grazie all’impegno di chi volontariamente si offre nel servizio, si può dire ancora “tutti per uno, uno per tutti”.

Quale evoluzione possibile?

Oggi, nella speranza di evitare un nuovo lockdown, ci si interroga su come continuare e con quali modalità far evolvere il progetto. Sembra sempre più probabile la stipula di un Patto di collaborazione per la rigenerazione e la cura condivisa dell’area verde e della piazza interna. L’obiettivo è quello di migliorare la percezione e lo stato di cura dello spazio pubblico, favorendo collaborazione, interazione e presidio, con la speranza che lo spazio, oggi non particolarmente curato e spesso guardato con diffidenza, possa diventare domani un luogo centrale di socializzazione e di creazione di comunità.