Succede a Piedimonte Matese (CE): con il recupero e la riattivazione della Fontana Nuova, significativa opera d'arte del territorio, si avvia un percorso "verso una comunità più felice", attenta alla cura dei beni comuni

Verso una comunità più felice. È questo lo slogan che risuona nella comunità di Piedimonte Matese, piccola cittadina dell’Alto Casertano, da quando è stata finalmente recuperata “Fontana Nuova”, un bene comune situato in una delle piazze più centrali e frequentate del paese.
Lo scorso marzo a Piedimonte Matese è stato sottoscritto un importante Patto di collaborazione per la rigenerazione e la manutenzione ordinaria e straordinaria di Fontana Nuova, simbolo della città e opera d’arte di Alessandro Parisi, artista molto conosciuto sul territorio matesino e non solo.
La fontana, oggetto del Patto, rappresenta un monumento di grande valore per il territorio, sebbene per decenni sia stata soggetta all’incuria, all’abbandono, al degrado e ad atti di vandalismo che l’hanno resa ricettacolo di immondizia sotto gli occhi indifferenti di tutti, cittadini e amministrazioni susseguitesi negli anni.

Fontana Nuova di Piedimonte Matese: il significato dell’opera d’arte

La Fontana Nuova è stata progettata e realizzata negli anni Ottanta, in un luogo in cui precedentemente trovava spazio la sede della Filanda Egg, risalente al 1812 e bombardata dai tedeschi durante il secondo conflitto mondiale. Per il disegno della fontana, il maestro Parisi si ispirò alla ricchezza d’acque di cui gode il territorio matesino, grazie alla presenza delle sorgenti appenniniche del Matese, catena montuosa che divide la Campania dal Molise, alla cui valle si estende la città di Piedimonte. La struttura verticale di Fontana Nuova ricorda le alte vette del Matese e la sua superficie, priva di rivestimenti decorativi, richiama le rocce di tipo carsico che caratterizzano il territorio. Le vasche, situate nella parte inferiore della fontana, raccolgono l’acqua che giunge con sbalzi e zampilli e simboleggiano l’ampia valle che accoglie le acque delle sorgenti matesine. In sintesi, l’opera d’arte da un lato è un disegno paesaggistico del territorio e dall’altro possiede un importante valore metaforico: l’acqua del Matese, fonte di vita, che irriga i campi, rende la terra fertile e disseta buona parte dei comuni campani, raggiungendo anche l’Isola di Ischia.

Il patto di collaborazione di Fontana Nuova

Il patto di collaborazione di Fontana Nuova è stato firmato da un gruppo informale di cittadini e il Comune di Piedimonte Matese. L’obiettivo del Patto – che ha la durata di un anno –  è il risanamento, il recupero e la riattivazione della fontana assicurandone il corretto e costante funzionamento.
I cittadini attivi hanno individuato un Direttore dei Lavori che ha avuto la responsabilità di coordinare le attività e interfacciarsi con gli uffici tecnici competenti. Il gruppo proponente del Patto si è impegnato, inoltre, a eseguire gli interventi concordati utili alla ristrutturazione delle parti danneggiate, alla cura costante delle aiuole che incorniciano la fontana lungo il perimetro delle vasche e a rigenerare queste ultime attraverso la pulizia di tutte le superfici. Per fare tutto ciò, i cittadini si sono avvalsi di ditte qualificate per le attività di ristrutturazione, che si sono offerte gratuitamente per realizzare gli interventi più complessi, come l’installazione dell’impianto elettrico, al fine di illuminare la fontana anche di notte, e l’inserimento di una idro-pompa che garantisse una corretta pressione dei flussi d’acqua e assicurasse lo spettacolo dei giochi d’acqua nelle varie vasche.
Dall’altro lato, il Comune si è assunto l’impegno di: individuare un proprio funzionario al quale spettasse il compito di sorveglianza sulla realizzazione delle attività; verificare il collaudo finale e rilasciare il parere di conformità dei lavori eseguiti; promuovere un’adeguata informazione alla cittadinanza sulle attività svolte dai cittadini attivi; fornire il supporto e l’affiancamento del personale comunale per un migliore svolgimento delle attività; attivare, infine, semplificazioni di carattere procedurale in relazione agli adempimenti per l’ottenimento di autorizzazioni specifiche, qualora ve ne fosse bisogno.

Come sono stati svolti i lavori

I cittadini attivi, i soggetti economici privati che li hanno affiancati e le istituzioni hanno condiviso un piano dei lavori chiaro e organizzato:
– il gruppo informale dei cittadini si è occupato della pitturazione dei tubolari perimetrici di protezione e del fondo della vasche, della pitturazione delle vasche, della realizzazione e della pulizia periodica delle aiuole e dell’installazione della cartellonistica, utile sia per descrivere il significato dell’opera d’arte sia per informare sulle possibilità del Regolamento dei patti di collaborazione;
– le ditte specializzate si sono occupate della rimozione di piastrelle danneggiate, del ripristino dei tratti deteriorati, della sostituzione delle pompe destinate a garantire il funzionamento corretto delle cascate d’acqua e del rifacimento dell’impianto di illuminazione, completo di canalizzazione e cavi accessori;
– le istituzioni, invece, hanno messo a disposizione il personale della Comunità Montana del Matese che si è fatto carico della bonifica delle aiuole attorno alla fontana, del rinnovo del terreno e del ripristino di fiori e piante.
Il ripristino del funzionamento della fontana è stato necessario e indispensabile per il decoro del luogo. La piazza in cui è situata è il fulcro della città, nonché un biglietto da visita per turisti, ospiti e visitatori. Il risanamento completo del monumento ha anche risolto i rischi legati alla sicurezza delle persone che vi transitavano intorno a causa della struttura diventata ormai fatiscente.

Le voci dei protagonisti

Per saperne di più, abbiamo sentito Maria Teresa Farina, rappresentante del gruppo informale sottoscrittore del Patto, e la dott.ssa Maria Laura Leonetti, Responsabile del Procedimento di Amministrazione Condivisa dei Beni Comuni a Piedimonte Matese.

Maria Teresa, cosa ti ha spinto a metterti in gioco in prima persona nel patto di collaborazione per la Fontana Nuova?
«Sicuramente il desiderio forte di veder rinascere un’opera d’arte, divenuta ormai una discarica a cielo aperto nel centro della città a causa dell’abbandono a cui stata sottoposta per troppi anni. Parliamo di più di dieci anni di incuria totale…».

Oltre te e il gruppo di cittadini, le ditte specializzate e le istituzioni, c’è stato un entusiasmo generale che ha coinvolto cittadini passanti sorpresi di quello che stava accadendo e alcune attività commerciali locali. Come è stato possibile tutto questo?
«Ho avuto tanti riscontri positivi, a partire dall’Associazione Amici di Pericle (associazione che ha proposto il Regolamento all’amministrazione di Piedimonte Matese nel 2017, ndr) che mi ha supportata nell’iter di presentazione della proposta, ma soprattutto da persone che ogni giorno frequentano il luogo per lavoro, per incontrare amici, per sedersi all’ombra degli alberi che circondano la piazza. La cosa più importante, e che si è percepita fin da subito, è stata la grande voglia dei singoli cittadini di fare qualcosa per il proprio paese e per noi che stavamo lavorando. Le relazioni che sono nate tra coloro che hanno dato una mano oggi sono una ricchezza per tutti. La maggior parte di noi si è iscritta all’Associazione Amici di Pericle, siamo un gruppo unito, pieno di energie e abbiamo grandi progetti per la comunità».

Dott.ssa Leonetti, dal lato amministrazione invece, secondo lei che importanza ha avuto la firma del patto di collaborazione per la Fontana Nuova a Piedimonte Matese in termini di attenzione verso i beni comuni e la loro cura?
«I primi tre Patti stipulati precedentemente a quello di Fontana Nuova non hanno sensibilizzato molto l’opinione pubblica perché, per le loro caratteristiche, hanno avuto poca visibilità. Il Patto per la fontana ha avuto un successo inaspettato per vari motivi. Si è appena usciti da un periodo di isolamento fisico dovuto alla pandemia e le persone più di ogni altra cosa hanno desiderato incontrarsi e aggregarsi. I proponenti, inoltre, sono ragazzi giovani, piacevolmente semplici, con tanti amici e la capacità di coinvolgerli. La fontana rigenerata è stata per molti anni oggetto di scherno e critiche per il suo stile innovativo e per lo stato di abbandono nel quale riversava che non consentiva il riconoscimento del proprio valore, soprattutto artistico. L’effetto finale dell’intervento è stato sorprendente, perché la fontana non solo ha recuperato il suo iniziale splendore, ma è stata valorizzata con nuove aiuole, colori allegri e descrizione dettagliata dell’opera che prima era sconosciuta ai molti».

Con il modello dell’Amministrazione condivisa, cittadini e amministrazione sono attori con gli stessi poteri circa la cura dei beni comuni. Quali sono state finora le difficoltà e le criticità maggiormente riscontrate in questo cambio di paradigma?
«Molti cittadini credono che con i Patti di collaborazione si tolgano le castagne dal fuoco alle amministrazioni deficitarie. Non trovano giusto intervenire in aiuto delle Istituzioni. È radicata, in maniera prepotente, la convinzione che lo Stato debba occuparsi dei cittadini come dei sudditi da accudire o sanzionare. Solo nelle giovani generazioni inizia a serpeggiare il magnifico pensiero di Kennedy: “Non chiederti cosa può fare il tuo Paese per te, ma quello che puoi fare tu per il tuo Paese”».

Quali sono, secondo lei, le prospettive di sviluppo e diffusione dei Patti a Piedimonte? E in che modo possono generare valore per la comunità?
«Sono curiosa di vedere cosa succederà nel futuro, quando ci sarà una nuova amministrazione eletta (Piedimonte Matese è un comune con Commissario Straordinario in seguito alla caduta dell’ultima giunta, ndr). Certamente mi aspetto una flessione del fenomeno e poi una ripresa. Come tutte le cose ci sono alti e bassi. Quello che rimarrà immutato è il ricordo dell’evento. Sarà una cosa da raccontare, una rivoluzione silenziosa, un passaggio d’epoca».

Un Patto per risvegliare le relazioni 

Ecco quindi come il patto di collaborazione di Fontana Nuova ha risvegliato l’attenzione della comunità piedimontese verso i beni comuni, facendo riscoprire il valore e l’importanza delle relazioni, soprattutto in un periodo storico in cui abbiamo vissuto e sofferto, purtroppo, l’isolamento sociale e talvolta la solitudine a causa della pandemia. Le azioni di cura del Patto, quindi, hanno saputo creare entusiasmo e coinvolgimento diffuso, dando vita nelle settimane scorse ad almeno altri cinque Patti di collaborazione che vedono come protagonisti nuovi cittadini che sentono il bisogno di fare comunità.
Verso una comunità più felice, a Piedimonte Matese, nasce proprio dalla convinzione che un luogo più curato sia un luogo più bello, più vissuto, più accogliente e più sicuro. Inevitabilmente, dunque, un luogo più felice.

Per la foto di copertina e per tutte quelle presenti nel testo si ringrazia l’Associazione Amici di Pericle