I beni comuni e l'amministrazione condivisa non hanno colore politico

Forse la chiave del successo è rappresentata dal fatto che il Regolamento stesso è stato concepito come un bene comune, nel senso che la sua costruzione è avvenuta tramite un processo di partecipazione e condivisione molto ampio

Vicesindaco Mancuso qual è secondo lei il significato politico di un voto all’unanimità  per l’approvazione del Regolamento sull’amministrazione condivisa dei beni comuni? Nemmeno Bologna era riuscita ad ottenere questo risultato, come ci siete riusciti?

“Forse la chiave del successo, sia per quanto riguarda la rapidità  dei tempi sia per quanto riguarda il risultato straordinario dell’unanimità , che già  si era verificato nella commissione consiliare che aveva rilasciato il parere sul Regolamento, è rappresentata dal fatto che il Regolamento stesso è stato concepito come un bene comune, nel senso che la sua costruzione è avvenuta tramite un processo di partecipazione e condivisione molto ampio.

Sono state organizzate diverse iniziative e proprio i cittadini, le formazioni sociali, anche quelle più caratterizzanti il tessuto sociale di Siena che sono le contrade, hanno potuto contribuire attivamente, non solo per aiutare a comprenderne l’obiettivo ma anche dandoci una mano per migliorarlo. Ieri (22 maggio, n.d.r.) fino all’ultimo momento abbiamo recepito suggerimenti, suggestioni, integrazioni. Quello che ci ha fatto più piacere è stato il fatto che le contrade, che per Siena e forse per il mondo rappresentano un unicum come formazioni sociali, ci hanno chiesto di poter figurare all’interno del Regolamento. Noi di questo siamo orgogliosi perché le contrade sono un mondo verso il quale a Siena c’è molto rispetto. Il fatto che loro abbiano espresso il desiderio di poter figurare in questo strumento di grande innovazione sociale, che si innesta nella storia del civismo e della tensione comunitaria di Siena, è un dato molto significativo.

Pertanto accanto al principio di sussidiarietà , nell’articolo 1 comma 1, c’è un riferimento esplicito alle radici della storia comunitaria di Siena e in particolare al ruolo caratterizzante delle contrade. Ci fa doppiamente piacere perché sostanzialmente Siena sta costruendo un pezzo di storia nuovo, importante e difficile dopo un periodo altrettanto difficile che è stato quello degli ultimi anni; quindi ritrovare una condivisione cosìlarga, addirittura l’unanimità , è un fatto importante. Questo testimonia che sui temi importanti che permettono di rafforzare la coesione e la responsabilità  sociale si può trovare un’unità  d’intenti anche politica. In questo senso i beni comuni e l’amministrazione condivisa non hanno colore politico“.

In che modo le contrade potrebbero essere dei soggetti attivi rispetto al principio di sussidiarietà ?

“Le contrade lo sono già , credo infatti che il successo dell’iniziativa sia derivato anche dal fatto che a Siena la tensione comunitaria verso i beni comuni esiste da sempre e le contrade rappresentino i reali motori di contribuzione alla partecipazione attiva nella cura dei beni comuni. Le contrade fanno già  tutto questo nei territori che sono della città , contribuendo attivamente sia dal punto di vista dei beni comuni immateriali, cioè dal punto di vista sociale, sia dal punto di vista dei beni comuni materiali che rientrano nel tessuto urbano. Siena è la città  delle contrade e ogni contrada costituisce un pezzo del comune di Siena”.

Dopo l’approvazione arriverà  il lavoro più complesso: quello dell’attuazione del Regolamento. Avete già  pianificato una strategia? La creazione ad esempio di un ufficio ad hoc?

Verrà  creata un’unità  operativa dedicata a questo progetto, una struttura dedicata al Regolamento. Mi auguro che anche la struttura della nostra amministrazione che mi ha dato un grande aiuto nel tenere i contatti con i colleghi del Comune di Bologna e nella definizione di alcuni aspetti del Regolamento capisca che in gioco non c’è soltanto una sfida per la città  ma anche una sfida di crescita professionale, l’occasione per poter costruire una rete nazionale di esperti di quella che sarà , secondo me, una delle frontiere più avanzate dell’amministrazione condivisa.

Poi ci saranno gli atti di competenza del consiglio, ad esempio gli atti di indirizzo sugli edifici pubblici, e gli atti della giunta. La cosa bella è che prima ancora dell’approvazione del Regolamento,   a parte le numerose associazioni che a Siena già  praticano una cittadinanza attiva orientata alla cura dei beni comuni (come ad esempio l’associazione di volontari La Diana che si occupa dei bottini – acquedotti sotterranei – e l’Associazione di pubblica assistenza), questa idea si è diffusa in città . Nell’ultima settimana infatti è nata un’associazione che si chiama ” Sotto le mura ” che ha chiesto l’autorizzazione specifica per realizzare la ripulitura di alcuni spazi circostanti le mura della città . Si potrebbe dire che i fatti hanno anticipato il Regolamento.
Per fare in modo che quest’ultimo venga messo in pratica ci sarà  bisogno appunto di una struttura dedicata, degli atti del consiglio e della giunta e di un processo di formazione a doppia direzione, verso l’interno e verso l’esterno. Il Comune dovrà , anche mentalmente, creare le condizioni affinché ci sia una sensibilità  particolare e non si arretri verso posizioni burocratiche; dall’altra parte sarà  necessario anche uno sforzo di formazione delle associazioni di cittadini attivi che vorranno partecipare.

Infine mi fa piacere ricordare che Siena è tra le sei finaliste nella corsa a capitale europea della cultura 2019; nonostante questo sia un progetto che ha la sua piena autonomia, alcune tematiche si intrecciano inevitabilmente con quelle del Regolamento. In particolare il progetto senese si fonda sul tema dell’innovazione sociale ed il prof. Pierluigi Sacco, direttore del comitato di candidatura, è entusiasta del Regolamento sui beni comuni perché è la testimonianza di come uno strumento di innovazione sociale possa poi far leva sulla costruzione di un nuovo rapporto di fiducia e credibilità  tra amministrazione e cittadini e creare a sua volta responsabilità  sociale e sviluppo economico.

Circa una settimana fa inoltre è stata a Siena Silvia Costa che nel complimentarsi per i lavori sul Regolamento per i beni comuni mi ha rammentato che il nostro lavoro può beneficiare anche di una cornice europea, oltre che costituzionale (rappresentata dall’articolo 118 comma 4), che trova fondamento nella Convenzione di Faro riguardante il patrimonio culturale. I principi ai quali è ispirata questa convenzione sono infatti gli stessi del Regolamento sui beni comuni, cioè il principio della cittadinanza attiva e del patrimonio culturale non soltanto come bene da godere passivamente ma anche come diritto a prendersi cura del patrimonio artistico. Questo dà  anche un respiro europeo ai principi ispirativi del regolamento”.

In allegato il testo del Regolamento sui beni comuni di Siena  (delibera del Consiglio Comunale del 22 maggio 2014 n.153).

Guarda il video di presentazione del vicesindaco Fulvio Mancuso in occasione dell’incontro pubblico del 13 maggio con il Presidente di Labsus.

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Guarda il video integrale della presentazione del regolamento a Bologna il 22 febbraio.

Leggi la rassegna stampa del progetto.

Guarda il video sintesi ” Un tesoro nascosto ” .

Scarica il Regolamento.