Il saggio di Giovanni Campagnoli illustra quanto sia conveniente puntare sul riutilizzo degli spazi

Spazi nuovi, liberi, condivisi in cui sviluppare idee creative ed innovative

” Riusiamo l’Italia ” è il saggio con cui Giovanni Campagnoli racconta l’esperienza maturata negli anni come docente di economia ed esperto di politiche giovanili.  L’autore, dopo anni di esperienza, ha individuato gli ostacoli che compromettono l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e che hanno costretto la percentuale di disoccupazione giovanile a crescere ben oltre il 40%. Le politiche atte a tamponare tale fenomeno, adottate in un periodo di profonda crisi come quello contemporaneo, si sono dimostrate però inefficaci. Grandi infrastrutture, enormi investimenti e “macro-manovre” finanziarie non sono state in grado di costituire un valido strumento di sviluppo.

Giovanni Campagnoli analizza il problema ed espone la sua ricetta: ripartire dalla collaborazione tra cittadini ed istituzioni per risanare e ridare vita ai numerosissimi beni abbandonati sparsi per tutto il territorio nazionale. E’ questo infatti, secondo l’autore, lo sviluppo di cui ha bisogno il nostro Paese. Sono proprio questi i luoghi in grado di far fronte alle esigenze manifestate dai giovani conosciuti da quest’ultimo durante il suo lungo lavoro: spazi nuovi, liberi, condivisi in cui sviluppare idee creative ed innovative. Questo saggio offre una raccolta delle operazioni che dovrebbero accompagnare l’intraprendenza di giovani imprenditori che manifestino la volontà  di ridare vita a questi spazi e renderli dei veri e propri luoghi di sviluppo.

E’ evidente che la new economy ha dato vita ad un nuovo fattore produttivo: a capitale, terra e lavoro è andata ad aggiungersi, infatti, la creatività , l’innovazione. La chiave per elaborare una risposta alla crisi economica deve poggiare, dunque, su idee nuove che sappiano far tesoro degli errori del passato e sviluppare percorsi nuovi, moderni, innovativi in grado di riutilizzare i beni già  esistenti. Capannoni industriali, stazioni ferroviarie, cinema, scuole ed oltre 5 milioni di case abbandonate costituiscono un’ottima base su cui poter progettare un futuro prospero e sostenibile.

Sono molteplici, inoltre, i vantaggi che tali tipi di iniziative garantiscono: da un lato, l’amministrazione pubblica non è costretta ad intraprendere investimenti eccessivamente gravosi, necessari per la costruzioni di grandi infrastrutture che, negli anni, si sono rivelate spesso inefficaci. Dall’altro si permette ai giovani di rigenerare, curare e gestire (anche grazie al Regolamento sulla collaborazione per la cura e rigenerazione dei beni comuni urbani e a sperimentazioni come CO-Mantova) immobili che possono costituire spazi di aggregazione e socialità , ma soprattutto nuovo sviluppo e nuovo lavoro per i giovani innovatori sociali italiani.

Politiche pubbliche di questo tipo paiono in grado di assicurare uno sviluppo economico locale  guidato dalla comunità  e quindi possono invertire la logica degli ultimi decenni basata sulla convinzione di poter  garantire crescita economica e progresso sociale allontanando i cittadini dalle istituzioni e solo tramite l’elargizione a pioggia di risorse pubbliche dall’alto.

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