A Venezia, Arena coordina una sessione del convegno " Dieci anni dopo "

La sussidiarietà  e la gestione e la valorizzazione partecipata del patrimonio culturale diffuso.

Partiamo dunque da Chorus: è un’associazione che ha come missione quella di contribuire a tutelare, conservare, restaurare e valorizzare il patrimonio architettonico e artistico delle chiese della città di Venezia e delle altre chiese del Patriarcato.
Per far ciò provvede ad assicurare loro una adeguata custodia, a garanzia dell’integrità del patrimonio d’arte e di storia in esse contenuto ed a garantire una loro più prolungata apertura al pubblico, dotandole dei supporti idonei a favorirne la conoscenza da parte dei fedeli e dei visitatori.
L’associazione Chorus, nata nel 1997, cioè dieci anni fa, per iniziativa di 13 parroci o rettori intende inoltre contribuire allo sviluppo degli studi e della conoscenza sulla storia di tale patrimonio, coinvolgendo tutti coloro che lo amano nell’impresa della sua salvaguardia.
All’associazione Chorus aderiscono, attualmente, sedici chiese, la Fondazione Cassa di Risparmio di Venezia, l’associazione Amici di Chorus e il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari.

Il 24 ottobre nella chiesa di san Vidal a san Polo 2986 Chorus ha organizzato un convegno dal titolo “Dieci anni dopo…” che si occuperà della gestione e valorizzazione partecipata del patrimonio culturale diffuso.
Vorrei concentrare la vostra attenzione sulle due parole che ho messo in neretto: partecipata e diffuso.

Ora ben capiamo non solo il motivo del titolo del convegno (vi ricordate l’anno di fondazione?) ma anche il motivo per cui è stato invitato il presidente di Labsus a condurre le danze della seconda sessione , quella pomeridiana, del convegno che si intitola “Dal “Codice” verso un nuovo modello di gestione: la sussidiarietà orizzontale”.
“Codice” maiuscolo e virgolettato: orbene, un buon redattore a questo punto dovrebbe spiegarvi che cosa è questo “Codice”, e per non fare una figura troppo brutta mi sono studiato in lungo e in largo il loro sito e non l’ho capito!
Posso solo intuirlo e lasciarlo alla vostra interpretazione. Forse si tratta del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio? Mi rimane la curiosità di capire come se la caverà il professor Arena che dovrà mostrarsi particolarmente ferrato sull’argomento: come fa un esimio professore di Diritto a trovarsi impreparato proprio sul “Codice”?

Per non lasciarlo solo di fronte a questa probabile brutta figura abbiamo pensato di farlo accompagnare dal nostro caporedattore: insieme ci sveleranno in tempo reale il misterioso arcano.



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