Una iniziativa popolare per migliorare i collegamenti nel II Municipio

Il Municipio ha espresso un primo parere favorevole, con due ordini del giorno approvati all ' unanimità .

Il problema
Oggi, chi arriva alla stazione ferroviaria Nomentana di Roma – soprattutto pendolari dell’entroterra provinciale e gli utenti dell’aeroporto di Fiumicino – non dispone di un collegamento diretto con la rete metropolitana della città. Saranno le due nuove stazioni della linea B1, una volta completate, a connettere finalmente il trasporto extra-urbano con quella cittadino. Tutto bene, quindi? Sì, se non fosse per un ostacolo insidioso: il traffico impazzito della capitale che si frappone tra la stazione Nomentana e l’ingresso del metrò. Ed è qui che entrano in scena i veri protagonisti di questa storia, i cittadini attivi.

I cittadini attivi
I residenti della zona, infatti, hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa di una piccola ma intraprendente avanguardia riunita nel comitato “Secondo NOI”, un gruppo di giovani architetti, avvocati, economisti e filosofi che vivono, studiano o lavorano nel secondo Municipio. “Abbiamo cominciato guardandoci attorno – racconta il presidente del comitato, Marco Bottini – e così ci è venuta l’idea del sottopasso”. Un’idea divenuta ben presto vero e proprio progetto con tanto di planimetrie, dettagli dei singoli elementi e previsioni di spesa. Da qui alla consegna delle 55 firme raccolte per una mozione di iniziativa popolare il passo è stato breve. E la reazione delle istituzioni, almeno finora, positiva.

Le istituzioni
Il Consiglio del secondo Municipio ha già espresso un primo parere favorevole, con due ordini del giorno approvati all’unanimità. La Giunta, da parte sua, ha mostrato interesse per il progetto che attualmente si trova in Commisione Lavori pubblici per un esame più approfondito. Intanto i promotori dell’iniziativa pensano già alla tappa successiva, il Campidoglio.

La soluzione
Ma cosa prevede esattamente il progetto? Anche questa del comitato romano, come tutte le buone idee, è tanto semplice quanto efficace. Se il problema è rappresentato dai fiumi di automobili (non si tratta certo di attraversare sonnacchiose stradine di campagna) che rendono difficoltoso e poco sicuro il percoso dei pendolari e dei residenti dalla stazione ferroviaria a quella, futura, della metropolitana, allora perchè non passare sottoterra? Soprattutto se parte del tunnel immaginato esiste già, anche se finora utilizzato esclusivamente come passaggio di servizio per i lavori in corso del metrò. Alla fine, se tutto andrà come previsto, il sottopassaggio raggiungerà una lunghezza complessiva di 4 metri, sarà dotato di tappeti mobili e dei necessari sistemi di sicurezza anti-crimine e anti-degrado.