A Roma la II Conferenza Organizzativa di CSV net

Grazie al principio di sussidiarietà , le associazioni possono condurre sinergie partecipate

Il Convegno è stato suddiviso in due sessioni: la sessione mattutina, dedicata alla presentazione del report Csv del 28-29, e la sessione pomeridiana dedicata all’esposizione delle altre reti attive nella società civile italiana.

Presentazione report CSV 28-29

Il saluto iniziale ai partecipanti e alle autorità presenti nella sala conferenze del Palazzo Marini della Camera dei Deputati è stato affidato a Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera dei Deputati. Lupi ha rimarcato l’interesse attivo della politica nei confronti del ruolo specifico dei centri servizi per il volontariato: “Il volontariato non può – ha affermato il vicepresidente – essere considerato un accessorio, ma il punto di partenza, il pilastro fondamentale della società italiana”. Tradizione, cultura, impegno sono i valori su cui bisogna investire. Marco Granelli, presidente di CSVnet, ha ricordato che il 211 sarà l’anno europeo del volontariato e l’Italia vorrà predisporre un contributo specifico: i settantotto centri servizi per il volontariato rappresentano sul territorio una realtà variegata ma che lavora con caratteristiche comuni e imprescindibili. Riccardo Bonacina, direttore editoriale del settimanale Vita, dopo aver sostenuto che il volontariato è una risorsa essenziale e i CSV sono uno strumento cruciale per accrescere il potenziale dell’assistenzialismo sociale, ha sciorinato i dati che caratterizzano il rapporto Csv.

Mentre i fondi di finanziamento tendono ad assottigliarsi, c’è la necessità di definire fini certi: la base associativa è in netta crescita, il 94,7% dei Csv è costituito giuridicamente da un’associazione che racchiude altre organizzazioni e, in particolare, il 39,5% dei Csv è costituito dalle sole organizzazioni di volontariato. Oltre 27. organizzazioni hanno usufruito nell’ultimo biennio dei servizi Csv, sia per quanto riguarda la fruizione di servizi logistici che per quanto concerne i servizi di consulenza e assistenza. L’attività formativa è stata incrementata, come attestato dai dati che rilevano un aumento significativo del numero di scuole, studenti e organizzazioni di volontariato coinvolte nella crescita della cultura solidale fra i cittadini.
Le risorse economiche a disposizione dei Csv nell’ultimo biennio sono diminuite (circa il 6,5%) e il trend dovrebbe continuare ad essere negativo: dei quasi 117 milioni di euro gestiti, il 94% proviene dai fondi speciali per il volontariato e solo il 3,5% da fondi diversi. Il numero complessivo dei lavoratori nei CSV è calato sensibilmente e, in generale, l’incidenza del costo del personale nei CSV è pari al 28% dei totali oneri sostenuti; una forza lavoro in prevalenza femminile(64%), relativamente giovane (l’età media dei lavoratori è 39 anni), con un alto livello di istruzione (6% dei lavoratori sono laureati).

Lester Salamon, direttore del Centre for Civil Society Studies, ha sottolineato l’importanza del volontariato per affrontare quei problemi ambientali, sociali ed economici che i governi non riescono ad affrontare da soli. Misurare il volontariato può incrementare il volontariato totale, perché darebbe alle persone un senso di apprezzamento per l’impegno che ci mettono. Volendo dimostrare l’impatto del volontariato, ma non potendolo misurare, molte persone sarebbero dissuase dal dedicare il loro tempo agli altri.

Andrea Oliviero, portavoce del Forum del Terzo Settore, ha centrato l’attenzione sulla responsabilità di ogni soggetto, chiamato ad offrire il proprio contributo in un’ottica di reale condivisione e confronto per arrivare a soluzioni comuni. Richiamandosi all’importanza del principio di sussidiarietà, le associazioni possono condurre sinergie efficienti e partecipate.

Le reti del terzo settore

Nella sessione pomeridiana della conferenza sono stati evidenziati i punti di maggiore interesse del dibattito ascoltando anche varie testimonianze di protagonisti dell’associazionismo.
Ugo Ascoli, professore ordinario di sociologia economica dell’Università Politecnica delle Marche, ha evidenziato 3 punti: – Il welfare italiano va ripensato completamente, non è più in grado di espandersi e soddisfare una domanda sociale crescente per ragioni strutturali (impoverimento, disoccupazione, precariato). – Il mondo del volontariato è in evoluzione, sta attraversando un processo di “molecolarizzazione”, perché aumenta il peso delle piccole organizzazioni che si occupano di vari settori. – Alla luce di questo scenario, occorre una rete collaborativa tra le organizzazioni.
Le reti che oggi operano nella nostra società pescano sempre meno nelle organizzazioni di volontariato perché crescono le organizzazioni autonome, indipendenti, soprattutto nel campo del non-welfare.
Obiettivo costante dei Csv sarà quindi quello di favorire e rafforzare la progettazione con le organizzazioni di volontariato, tessere strategie ed alleanze che si ispirino ai concetti di solidarietà e sussidiarietà.

Paolo Pezzana, presidente di Fiopsd, ha auspicato il recupero di una funzione generativa del volontariato: i cittadini devono riprendere attivamente il loro ruolo di advocacy promuovendo esperienze che siano condivise e che abbiano alla loro base non l’organizzazione metodologica di un progetto assistenziale ma la passione di voler essere utili agli altri.