Comuni associati contro la crisi

Obiettivo primario dell ' Unione è la creazione di una rete collaborativa tra Comuni che permetta di gestire al meglio i servizi

Da settimane è in atto sui media un incalzante e vivace dibattito circa l’acquisto da parte dei cittadini italiani del proprio debito sovrano, oggetto di ondate speculative che hanno più volte rievocato lo spettro del default. Numerose ed eterogenee sono state le reazioni della società  civile dinanzi al commissariamento di fatto dell’Italia, patria di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, da parte della Bce: nel mese di ottobre, al teatro Ambra Jovinelli di Roma è stata lanciata, su iniziativa del dirigente sindacale Fiom Giorgio Cremaschi, la proposta di un referendum anti-debito che dica no ai pacchetti anti-crisi imposti dalle organizzazioni internazionali, come già  accaduto in Islanda. Diversa la posizione assunta dal sindaco di Busana, paesino dell’alto Appennino Reggiano, Alessandro Govi, a capo di una lista civica di centrosinistra e presidente di  Unione Comuni: fondata nel 1999 dai Comuni di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto si estende per 256 km e raccoglie una popolazione di più di 45 abitanti. Obiettivo primario dell’Unione – tra le prime create in Emilia-Romagna – è la creazione di una rete collaborativa tra Comuni che permetta di gestire al meglio i servizi presenti sul territorio, per uno sviluppo economico, sociale e culturale delle comunità  che la costituiscono.

Un piccolo contributo per risparmiare sulla remunerazione del debito

Con forte senso civico l’ente, rispondendo alla torma di analisti che consiglia di dare segnali di fiducia ai mercati, ha deciso di prenotare l’acquisto di 3mila euro di Buoni Ordinari del Tesoro (Bot) con scadenza a 6 mesi. In quanto ente di secondo grado, l’Unione conserva i propri depositi presso banche locali, differentemente da quanto avviene nel caso dei singoli Comuni, costretti a depositare i relativi fondi su speciali contabilità  infruttifere accese presso la Banca d’Italia. Le giacenze di cassa dunque, invece che essere depositate sul conto corrente della banca titolare del servizio di tesoreria, sono state investite per contribuire alla stabilizzazione del debito pubblico italiano. I maturati 6mila euro di interessi saranno destinati dall’Unione Comuni – non soggetta al Patto di stabilità  – a servizi di vario genere, senza che alcuna percentuale sia riservata a investitori pubblici o privati stranieri. L’operazione di acquisto dei Bot, dunque, non inciderà  sulla capacità  di effettuare pagamenti alle imprese fornitrici di servizi e prestazioni all’ente e nemmeno sulla possibilità  di effettuare investimenti.