Non cementificare ma riqualificare

"Nessuna new town. Useremo le case sfitte"

“La priorità  è utilizzare il patrimonio immobiliare sfitto, sulla base di una verifica vedremo i numeri e se ci sono le condizioni. Stiamo già  facendo un censimento su queste abitazioni che sono tante. Sistemeremo gli appartamenti con le attrezzature necessarie e su questo procederemo”. Sono le parole che ha pronunciato il governatore della Regione Emilia Romagna (che è anche il commissario per l’emergenza terremoto), Vasco Errani, alcuni giorni dopo il verificarsi del sisma; parole che attribuiscono implicitamente un grande valore ad un progetto che, pochi mesi fa, era solo un’idea.

L’idea

Il progetto consiste nella mappatura, attraverso un’applicazione per i-Phone, di tutti quegli edifici che risultano in disuso situati in Emilia Romagna. Tale iniziativa, in accordo con le intenzioni  delle istituzioni emiliano-romagnole, potrebbe permettere alle stesse istituzioni di identificare più facilmente, grazie ai contributi di tutti quei cittadini che decideranno di parteciparvi, gli edifici in stato di abbandono, permettendo cosìdi avviare velocemente quel programma di riqualificazione annunciato dal governatore Errani. Non solo, è anche un’occasione per i cittadini emiliani, e in generale per chiunque si trovi di passaggio in Emilia, per partecipare attivamente alla riqualificazione della regione, e allontanare ulteriormente la prospettiva di una nuova cementificazione del territorio.

Il più ampio contesto partecipativo

L’iniziativa può anche essere vista come parte di un più ampio contesto che vede la mobilitazione, in conseguenza del terremoto, di moltissimi cittadini. Solo pochi giorni fa, ad esempio, si dava notizia  su questo stesso sito del progetto lanciato da Wikitalia, un’organizzazione della società  civile nata per diffondere la cultura della partecipazione fra i cittadini spronandoli a collaborare con le istituzioni. Il progetto  prevede il supporto all’opera di ricostruzione, che si vorrebbe fosse quanto più possibile partecipata e trasparente, sfruttando le potenzialità  offerte da Internet e dalle più moderne tecnologie di comunicazione. Da ricordare infine la grande mobilitazione che si è avuta, e che tutt’ora è in atto attraverso la rete, a sostegno delle imprese casearie che, ritrovatesi senza la possibilità  di conservare i propri prodotti, hanno beneficiato della solidarietà  di migliaia di italiani disponibili ad un acquisto in sovrappiù.