La " Palestra delle Arti e delle Culture " sarà  un luogo di promozione culturale e aggregazione sociale

I cittadini sperimentano nuove forme di partecipazione, avviando quello che definiscono un progetto di " riappropriazione "

Il 13 dicembre 2014 un’assemblea pubblica promossa dalle organizzazioni Lomax, Mangiacarte e GAR, ha ufficialmente riaperto i battenti della palestra di piazza Lupo. Da struttura dedicata alla scherma, e successivamente abbandonata per numerosi anni, la palestra – situata nel centro cittadino – vive cosìuna seconda vita, diventando luogo di diffusione della cultura, dell’arte e della creatività  grazie all’impegno dei cittadini delle associazioni coinvolte. Il progetto ” Palestra delle Arti e delle Culture ” è gestito da una rete di associazioni lanciata da Alan Lomax e Mangiacarte e alla quale si è immediatamente unita Garage – che si occupa di comunicazione e creatività . Il progetto (in allegato) ha inoltre ricevuto la disponibilità  di altre organizzazioni catanesi come Ciclofficina Etnea, il gruppo teatrale Il Punteruolo, il Circolo Arci Faber e il collettivo ANANSE che si occupa principalmente di arte ed ambiente.

Gli obiettivi del progetto

Grazie all’impegno dei cittadini e alle competenze possedute dalle singole associazioni è possibile cosìdare vita a un ” centro di quartiere polivalente e funzionale ” – come definito dalla relazione del progetto – che ospiterà  mostre, festival, workshop e altre numerose tipologie di attività . In tal modo è possibile riconsegnare ai catanesi una struttura pubblica inutilizzata, garantendo l’accesso alla cultura e all’arte ai numerosi cittadini che popolano l’area dei quartieri di San Berillo e Civita. Una zona della città  che, al di fuori della presenza del Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università  di Catania, non garantisce sufficienti servizi culturali.
Il progetto, inoltre, non intende porre vincoli o limiti alla partecipazione dei cittadini e delle associazioni e desidera guardare con particolare attenzione ai numerosi stranieri e alle fasce più giovani della popolazione, offrendo loro un luogo di aggregazione sociale e culturale.

Una forma di ” riappropriazione ” di strutture abbandonate

L’assemblea di apertura ha anche visto la presenza dell’assessore al bilancio e patrimonio del comune di Catania, Giuseppe Girlando, che ha annunciato alla stampa il proprio appoggio all’iniziativa e promesso l’approvazione di un regolamento comunale che disciplini la gestione partecipata degli immobili pubblici.
La peculiarità  del progetto risiede nell’accordo tra associazioni e comune di Catania, tramite l’applicazione dell’art. 2031 del Codice civile, che regolamenta la “gestione d’affari altrui” e, nel caso specifico, permette alle associazioni di migliorare le condizioni della struttura e gestirla offrendo servizi che l’amministrazione non è capace di fornire; ciò finché il comune di Catania non decida di rivalutare la destinazione della proprietà . L’intervento messo in atto, come tengono a precisare i promotori, non rappresenta un’occupazione, bensìuna ” riappropriazione ” : la pratica infatti, servendosi dell’art. 2031 del Codice civile, si basa su un accordo con l’amministrazione e rappresenta una interessante tipologia di partecipazione e di integrazione tra cittadinanza attiva e amministrazione.

Leggi il progetto in allegato.

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