"A Primavalle ci sono delle realtà che hanno bisogno di spazi per esprimersi e questo è venuto fuori proprio durante la progettazione partecipata. C’è l’opportunità, all’interno del mercato di quartiere, di svolgere insieme e in parallelo più attività".

Ad accompagnarci in questa tappa è stata l’architetta e pianificatrice urbana Elisa Maceratini che è parte integrante di Interazioni Urbane, un’associazione di promozione sociale composta da giovani creativi (prevalentemente architetti) che si occupano di riattivare spazi pubblici dimenticati attraverso processi di progettazione partecipata, autocostruzione e recupero dei materiali di scarto. Si muovono con l’intento di riattivare lo spazio pubblico per riattivare le persone, mettendoci il cuore. Ed è così che nel 2010 hanno presentato – proprio nel quartiere di Primavalle – il loro progetto Fil Rouge: un percorso che ha portato i cittadini ad osservare i problemi architettonici del quartiere, le mancanze urbanistiche ma, allo stesso tempo, scopre le potenzialità di ogni luogo della periferia che ha avuto come fulcro proprio il mercato.

Come siete arrivati ad incontrare i cittadini di Primavalle e a discutere con loro del quartiere?

ll nostro primo “incontro ravvicinato” con Primavalle è avvenuto nel 2010, quando abbiamo realizzato il progetto “Fil Rouge” accompagnati dagli abitanti del quartiere e da Simone, allora consigliere municipale del Municipio XIV. Con lui, che era cresciuto nelle case popolari di via Borromeo e sapeva leggere il quartiere con gli occhi di chi ne conosce i segreti e le opportunità celate, abbiamo raccontato in un corto il filo rosso che lega necessità degli abitanti e potenzialità degli spazi pubblici da recuperare. Fil rouge ci ha permesso di portare Primavalle alla Biennale di Venezia e collocarci tra i vincitori del concorso Future Cities. E da lì è nato un grande amore per Primavalle e la necessità di fare un diagnostico partecipativo del quartiere (per conoscerlo e capirlo), individuando proprio nel mercato uno dei punti strategici per la riqualificazione del territorio.

Perché il mercato è un luogo interessante da riqualificare in maniera partecipata?

Prima di tutto, ha una storia interessante. E’ stato progettato negli anni ’50 dalla prima architetta donna italiana – Eleonora Luzzato – e realizzato accanto alle case popolari di via Borromeo, in un punto strategico per servire tutte le abitazioni di Primavalle. Di fronte a lui si trova anche un parco pieno di potenzialità, purtroppo oggi in stato di abbandono. Primavalle è dotata di tanti servizi (varie scuole, una biblioteca, un cinema, una asl e attività commerciali), ma mancano degli veri punti di aggregazione, in particolare per i giovani. Il mercato Primavalle I (nel quartiere ci sono due mercati rionali) è da sempre stato un punto di incontro e deve tornare ad esserlo. Anni fa venne indetto un bando per l’assegnazione dei banchi su scala comunale, il che significa – ad esempio – che se tu vivevi a Roma Sud potevi prendere lo stesso il banco a Primavalle, solo che da Roma Sud ci si impiega un’ora per raggiungere il quartiere e quindi i banchi sono rimasti vuoti, o meglio “sospesi”, perché assegnati a dei commercianti che non li hanno mai effettivamente presi. Così il mercato si è svuotato negli ultimi vent’anni, sia per questo problema amministrativo, sia per l’apertura di diversi supermercati nella zona. Oggi sono cinque o sei le realtà attive, quelle storiche, quelle che “resistono”.

Per tre anni avete lavorato sul mercato di Primavalle, ci racconti alcune della tappe più significative?

Avevamo individuato nel mercato uno spazio pubblico chiave per un progetto di innovazione a livello urbana e sociale e così dal 2014 al 2016 abbiamo lavorato con gli esercenti del mercato – costituitisi nel l’associazione Banco e sto – altre associazioni e l’amministrazione locale ad un processo di progettazione partecipata per la riattivazione del mercato e di Primavalle. Abbiamo organizzato insieme una serie di eventi, tra questi “Riattiviamo Primavalle” nel 2015 nel mercato, che ci ha permesso di costruire una rete territoriale intorno a questo spazio fatta da associazioni, ma in contatto anche con le scuole, le cooperative, la Asl territoriale, la biblioteca e l’amministrazione per discutere dei problemi e delle potenzialità del mercato. Tra i risultati di questo percorso forse è rilevante citare che nel 2016 è stato attivato un processo di aggiornamento dei criteri di assegnazione dei banchi, che speriamo potrà consentire la riapertura di alcune attività commerciali nel mercato e quindi maggiore offerta…e quindi più clienti per gli esercenti.

Questo dal punto di vista della governance, invece rispetto alla riqualificazione?

Rispetto alla riqualificazione sappiamo che sono stati stanziati dei fondi per i mercati e che sono previsti degli interventi di manutenzione ordinaria sul mercato Primavalle I, affidati con bando a delle imprese di costruzione. I lavori dovrebbero partire a maggio. A questo dovrebbe seguire una seconda fase di riqualificazione delle strutture. Ma purtroppo per ora non siamo stati coinvolti in questo processo e non sappiamo se e come avverrà questa seconda fase.

Cosa resterà del lungo impegno e del processo partecipativo innescato?

ll principale aspetto positivo è sicuramente che qualcosa si è mosso. Non esattamente nel modo in cui speravamo, ma il fatto che il mercato abbia avuto “attenzione” da parte di molti, inclusa l’amministrazione, è un punto di partenza per la sua riattivazione. Anche la nascita dell’associazione Banco e sto è un punto di forza che ha permesso al Mercato di riattivarsi al suo interno e di restare un punto di riferimento solido per il quartiere. Negli ultimi anni il mercato ha anche ospitato Open House (nell’ambito delle passeggiate che abbiamo organizzato per far conoscere il quartiere in occasione dell’evento mondiale) e grazie al bellissimo lavoro del collettivo Invisibile è diventato anche un museo a cielo aperto di arte urbana, meta di passeggiate e visite culturali. La partecipazione innescata dal lavoro degli ultimi anni avrebbe potuto fare un salto ulteriore, ma che sia cresciuta la collaborazione e la comunicazione tra le realtà del quartiere attraverso il mercato lo consideriamo già un buon risultato. E speriamo di essere coinvolti in una fase successiva per collaborare e far sì che le opportunità rilevate in questi anni (e tutte quelle ancora da individuare) siano colte. A Primavalle ci sono delle realtà che hanno bisogno di spazi per esprimersi, come è emerso dal percorso di progettazione partecipata. E il mercato è una grande opportunità per il quartiere. Potrebbero svolgervisi  insieme e in parallelo più attività, mantenendo la funzione commerciale ma inserendo anche spazi di co-working, ristorazione e apertura serale (un po’ sul modello del nuovo mercato europeo)…E queste sono solo alcune delle tante idee emerse dal quartiere. Una nuova vita nel mercato permetterebbe di far scaturire processi di riattivazione del territorio, sia dal punto di vista fisico-spaziale che, soprattutto socio-culturale. Il mercato Primavalle I è stato dalla sua nascita un luogo di aggregazione e speriamo che torni presto ad esserlo, e più forte di prima

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