Un'idea di futuro aperta all’interpretazione e alla fantasia

Lunedì 14 maggio 2018 si è concluso il 31° Salone Internazionale del Libro di Torino con un grande successo di pubblico e una folta partecipazione di editori. Quest’anno il tema posto al centro del Salone era il “futuro” o meglio l’idea di futuro aperta all’interpretazione e alla fantasia. Condensato in un titolo interlocutorio “Un giorno, tutto questo”, l’intento del Salone è stato quello di invitare a riflettere in un’ampia prospettiva temporale e a ipotizzare scenari e sviluppi inediti a partire dalla contemporaneità.

Prestando attenzione a questo invito, si è pensato di proporre nella sezione “Ricerche” una rassegna di eventi, iniziative e pubblicazioni presenti al Salone del Libro e inerenti ai temi di Labsus. In particolare, si desidera segnalare quelle idee e proposte che, rivolgendo uno sguardo al futuro, abbiano colto l’importanza e il valore di ricollocare al centro della scena la persona e il cittadino con il chiaro intendo di promuovere una “rinascita” delle nostre comunità e delle nostre città.

Raccontare comunità

Tra gli eventi, merita una menzione l’incontro “Raccontare le comunità: cittadinanza attiva, cultura e promozione della lettura”, coordinato da Sebastiano Tringali, Direttore scientifico di CSC Liguria-Centro Studi Cooperativi “Danilo Ravera”. Obiettivo dell’incontro è stato quello di mettere “a confronto le potenzialità generate da amministrazioni locali avanzate, da cittadini attivi nella rigenerazione e riqualificazione di spazi a vocazione comunitaria, da imprese cooperative che operano nella cultura, nella comunicazione, nel turismo, nell’agricoltura sociale”. Tra i relatori invitati era presente anche il vicepresidente di Labsus Daniela Ciaffi.

Salvaguardare le risorse

Altre iniziative da segnalare riguardano il consumo, l’accessibilità e le prospettive d’uso di alcuni beni materiali e immateriali come l’acqua, il cibo, le informazioni e la cultura. A partire dal libro “Water grabbing: storie d’acqua e diseguaglianza” di Emanuele Bompan e Marirosa Iannelli, si è riproposto il tema sempre attuale dell’acqua bene comune, della scarsità di questa risorsa delle cause di questa carenza. Dallincontro al Salone del Libro con uno degli autori si è sviluppata un dibattito su come le nostre scelte alimentari possono attenuare le crisi idriche sempre più ricorrenti nel mondo.

Passando dalle risorse materiali a quelle immateriali, il Salone ha dedicato uno spazio di riflessione anche al tema degli “open access”, alla diffusione, condivisione e fruizione dei prodotti culturali e dei risultati della ricerca. L’incontro su “Fruizione e accessibilità dei contenuti accademici: offerta e prospettive” è stata “l’occasione per affrontare i nodi legati alla diffusione, alla condivisione, alle licenze e al copyright”. Si è ragionato sul rapporto tra le esigenze di “autori e lettori (spesso con la mediazione delle biblioteche universitarie) e quelle degli editori di settore, con l’obiettivo di fornire una descrizione dell’attuale stato dell’arte e di identificare le possibili prospettive future”.

Identità e territori

Oltre alle risorse, uno spazio interessante è stato dedicato anche alle identità “deboli”, minoritarie o dimenticate, e ai territori che permettono se “coltivati”, insieme alle comunità, di riscoprire quelle radici perdute. Tra le iniziative si segnala la presentazione del progetto “Voci dalle periferie europee. Letterature, identità perse e riscoperte” “che rientra nell’ambito di Europa Creativa e intende promuovere la conoscenza delle letterature di Paesi ai margini dell’Unione Europea, attraverso autori poco tradotti nelle principali lingue veicolari, che raccontano storie di identità individuali e nazionali”.

Un altro evento da segnalare che riguarda un’iniziativa della Regione Puglia, diretta a diffondere la cultura e la conoscenza di un territorio ricco di storia come il Mezzogiorno, è la proposta di “Raccontare il Sud”. Si tratta di un progetto, Community Library, che vuole rilanciare la conoscenza e la trasmissione del sapere attraverso nuovi strumenti e nuove relazioni per costruire “una nuova cittadinanza solidale”.

“New Fabric”, ragionando in prospettiva…

Dopo aver dato spazio agli eventi e agli incontri che hanno toccato da vicino temi e interessi di Labsus, vale la pena ricordare un’iniziativa e alcune pubblicazioni di Pacini Editore. In primo luogo, si segnala il valore di un progetto nato come “PRiNTour”, un vero e proprio viaggio-scoperta che attraversa, con il libro “Leggere la rigenerazione urbana”, diverse città italiane “incrociando esperienze, progetti, storie che parlano di territori reattivi, in cammino per il riscatto e il cambiamento a partire dai progetti di rigenerazione urbana”.

Il volume collettaneo dà voce in quattordici racconti a quei “territori reattivi” in cui il riuso dei beni (comuni) può servire da leva per il riscatto di intere comunità, specie quando “più forti sono i bisogni e le difficoltà” che le costringono. In particolare, la nuova iniziativa guarda soprattutto al riuso di quei beni “difficili” come i “beni confiscati alle mafie, beni demaniali, stazioni impresenziate, beni ecclesiali non usati, beni oggetto di fallimento, ex fabbriche e capannoni abbandonati, case cantoniere”. Tutti beni che rendono il nostro Paese un territorio dal patrimonio straordinario e ricco di risorse che potrebbero essere messe “a servizio di progetti per lo sviluppo locale e di comunità, per la produzione artistica e culturale, per il reinserimento socio-lavorativo e per nuovi servizi di welfare collaborativo”.

Al Salone del Libro 2018 è stata lanciata la nuova avventura di PRiNT, la call promossa dalla collana “New Fabric”, con il titolo significativo “Reinventare il lavoro, aggregare persone, rigenerare comunità”. Il focus della call è rivolto al “ruolo delle nuove professioni dei rigeneratori socio-urbani” e si pone l’obiettivo di “ricercare sul territorio nazionale racconti di biografie professionali che emergono, anche in maniera inaspettata e atipica, nel lavoro di rigenerazione di un luogo o di una comunità. Sempre più ci troviamo di fronte a nuovi percorsi professionali ad alta densità relazionale, che nascono anche da formazioni che nulla o quasi nulla hanno a che fare con il nostro lavoro”.

Sulla scorta dell’esperienza passata (“Raccontare per trasformare”), la nuova call “concentra l’attenzione sul ruolo delle nuove professioni che si sono create nel nuovo millennio, causa la sempre più forte precarietà, mobilità fisica e geografica, l’espandersi del Terzo settore e delle economie nelle periferie attraverso i processi di rigenerazione urbana”. La precedente esperienza “ha dato vita a presentazioni, incroci, scambi e ha fatto emergere con forza la questione delle nuove professioni legate alle esperienze di rigenerazione urbana e sociale. Con questa seconda call la collana “New Fabric” intende “far emergere i profili dei rigeneratori socio-urbani e come questi operino rispetto alle azioni che mettono in essere. Percorsi non lineari che descrivono multigrafie e disegnano vere e proprie geografie dei desideri, che impattano prepotentemente sugli spazi e sulle dinamiche relazionali delle comunità di riferimento”.

La collana “New Fabric”, il cui nome evoca l’antico “brocardo latino secondo cui homo (novus) faber fortunae suae”, si pone come incubatore di idee e promotore di meccanismi innovativi capaci di tradurre in pratica e calare nella realtà una visione comunitaria che si ispira a un nuovo modello antropologico. La collana nasce “dalla collaborazione di attivatori di cambiamento, variamente intesi: amministratori pubblici, operatori del Terzo settore, soci di cooperative che si occupano di innovazione sociale sui territori e docenti universitari che investono nel confronto tra i vari attori sociali” con l’obiettivo “di dare spazio a realtà e situazioni innovative” per mettere in campo “energie per il cambiamento della società e del territorio”.

Si riportano ancora alcuni titoli di Pacini Editore che a buon diritto possono integrare questa prospettiva e fornire al lettore una bussola per orientarsi nel mondo della rigenerazione urbana tesa ad aggregare persone e a reinventare comunità: