Un consorzio di privati per il restauro del centro storico

Il comune promuove agevolazioni fiscali per invitare i privati ad intervenire

Il progetto mira a recuperare in due anni venti mila metri quadrati di pavimentazione bisognosi di ritocchi, per un investimento complessivo di circa 4 milioni e mezzo di euro.

Quasi mille famiglie e un investimento di 25 mila euro sono il primo passo per rifare le pavimentazioni dei portici. Il coordinamento del comune ha permesso di ottenere prezzi vantaggiosi per la realizzazione dell’intervento; il consorzio sta inoltre coinvolgendo sponsor privati per supportare le spese.

Il consorzio di cittadini

Il consorzio del quartiere Santo Stefano nasce dall’interesse del comune nel rimettere a nuovo la pavimentazione del portico, volontà  però non accompagnata da un’adeguata disponibilità  economica.

La scelta bolognese promuove agevolazioni per spingere i privati ad intervenire. In questo caso il comune esonera dal pagamento del canone di occupazione del suolo pubblico e del canone di concessione degli spazi pubblicitari, in modo tale da raggiungere uno ” sconto ” sul prezzo standard di quasi il 66%.

Alla direzione del consorzio spetta il compito di tenere i rapporti con la Sovrintendenza, resi necessari dall’antichità  e dal pregio degli edifici, e quello di coordinare i lavori che, per quanto riguarda questa prima tranche, dovrebbero concludersi entro il 28.

Gli altri quartieri della città 

Si tratta di un modello che ha le caratteristiche per essere replicato e avere in futuro continuità , organicità  e mantenimento dal momento che, come spiega anche l’assessore ai lavori pubblici Maurizio Zamboni, c’è un interesse convergente che rende fattibile il progetto.

In altre parole i cittadini del quartiere Santo Stefano hanno dato il buon esempio, ora bisogna convincere anche quelli degli altri quartieri, con riunioni che partiranno da metà  giugno.

Già  un’iniziativa simile è in corso: il 24 aprile è stata inaugurata infatti la prima tranche dello storico portico di San Luca, messo a nuovo grazie ad un’intervento di collaborazione tra pubblico e privato.

In allegato la scheda dettagliata del caso.



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