Spazio alla sussidiarietà  nella riforma Brunetta-Ichino

Una delle novità  più rilevanti è l ' introduzione di forme di civic auditing, cioè di partecipazione dei cittadini nelle attività  di valutazione

La Camera ha approvato il testo di una importante riforma dell’amministrazione pubblica centrata sui principi della trasparenza, della valutazione, della sussidiarietà e della partecipazione dei cittadini (adesso la parola toccherà al Senato). Si tratta del provvedimento che potremmo chiamare Brunetta-Ichino, per il fatto che il Ministro della Funzione pubblica, da un lato, e il senatore democratico, dall’altra, ne sono stati i principali promotori.

Le modifiche introdotte nella normativa sono di grande interesse.

Un nuovo sistema di valutazione

Viene costruito, in generale, un sistema di valutazione delle strutture e dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche, al fine di assicurare elevati standard qualitativi ed economici dell’intero procedimento di produzione del servizio reso all’utenza tramite la valorizzazione del risultato ottenuto dalle singole strutture. La legge prevede mezzi i tutela giurisdizionale degli interessati nei confronti delle amministrazioni e dei concessionari di servizi pubblici che si discostano dagli standard qualitativi ed economici fissati o che violano le norme preposte al loro operato (c.d. class action nei confronti del settore pubblico).
Prevede poi l’obbligo per le amministrazioni, i cui indicatori di efficienza o produttività risultino peggiori rispetto alla media delle amministrazioni omologhe, di fissare ai propri dirigenti l’obiettivo di allineamento alla media entro un termine ragionevole.
In ogni caso, i cittadini potranno attivare canali di comunicazione diretta per la segnalazione di disfunzioni di qualsiasi natura nelle amministrazioni pubbliche.

Pubblicità e coinvolgimento degli utenti

Il coinvolgimento degli utenti è previsto in diverse parti del testo. Per esempio, con riguardo alla individuazione dei sistemi di valutazione delle amministrazioni pubbliche diretti a rilevare la corrispondenza dei servizi e dei prodotti resi ad oggettivi standard di qualità, rilevati anche a livello internazionale. Oppure laddove viene prevista l’organizzazione di confronti pubblici annuali sul funzionamento e sugli obiettivi di miglioramento di ciascuna amministrazione, con la partecipazione di associazioni di consumatori e utenti, organizzazioni sindacali, studiosi e organi di informazione, e la diffusione dei relativi contenuti mediante adeguate forme di pubblicità, anche in modalità telematica.
Sempre in tema di pubblicità, la legge prevede l’obbligo per le pubbliche amministrazioni di predisporre, in via preventiva, gli obiettivi che l’amministrazione si pone per ciascun anno e di rilevare, in via consuntiva, quanta parte degli obiettivi dell’anno precedente è stata effettivamente conseguita, assicurandone la pubblicità per i cittadini, anche al fine di realizzare un sistema di indicatori di produttività e di misuratori della qualità del rendimento del personale, correlato al rendimento individuale ed al risultato conseguito dalla struttura.
E ancora: sarà assicurata la totale accessibilità dei dati relativi ai servizi resi dalla pubblica amministrazione tramite la pubblicità e la trasparenza degli indicatori e delle valutazioni operate da ciascuna pubblica amministrazione. A questo scopo saranno pubblicati su web tutti i dati sui quali si basano le valutazioni, affinché possano essere oggetto di autonoma analisi ed elaborazione.

La valutazione la faranno anche i cittadini

Una delle novità in assoluto più rilevanti, però, è l’introduzione di forme di civic auditing, cioè di partecipazione dei cittadini nelle attività di valutazione. Si tratta di un orientamento assai diffuso soprattutto nel mondo anglosassone e sul quale Cittadinanzattiva lavora ormai da anni in Italia, in modo pionieristico, nei campi più disparati (dalla sanità pubblica ai servizi pubblici, dalla scuola alla giustizia). Proprio nell’ultimo biennio, Cittadinanzattiva ha realizzato, nell’ambito di un Protocollo con la Funzione pubblica, delle sperimentazioni nell’ambito della scuole e delle amministrazioni comunali che aspettano soltanto di essere estese su larga scala. Per la precisione, comunque, la legge promuove il confronto periodico tra valutazioni operate dall’interno delle amministrazioni e valutazioni operate dall’esterno, ad opera delle associazioni di consumatori o utenti, dei centri di ricerca e di ogni altro osservatore qualificato.

Una class action per il settore pubblico

Le novità sono complessivamente molto feconde. C’è ancora un punto, però, che pare molto interessante, anche per le ricadute che potrà avere. Parliamo della facoltà di ogni interessato di agire in giudizio nei confronti delle amministrazioni e dei concessionari di servizi pubblici nel caso in cui vi sia lesione di interessi giuridicamente rilevanti per una pluralità di utenti o consumatori. Questa lesione può derivare dalla violazione di standard qualitativi ed economici o degli obblighi contenuti nelle Carte dei servizi, dall’omesso esercizio di poteri di vigilanza, di controllo o sanzionatori, dalla violazione dei termini o dalla mancata emanazione di atti amministrativi generali.
Certamente, questa previsione presenta alcuni limiti. Il primo: possono agire solo gli ‘interessati’. In America, potrebbe agire chiunque. Il secondo: restano ferme le competenze delle autorità amministrative indipendenti di settore. Il che significa che la facoltà dei cittadini di agire viene in gran parte depotenziata. E tuttavia, si apre uno spiraglio, che tocca ai cittadini stessi allargare per quanto possibile.

Il futuro dipende dalla partecipazione

In generale, questo testo sembra disegnare un futuro luminoso, tutto giocato all’insegna della trasparenza. Il testo prevede, infatti, l’adozione da parte delle pubbliche amministrazioni, sentite le associazioni di cittadini, consumatori e utenti (rappresentate nel Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti), di un programma per la trasparenza, di durata triennale, da rendere pubblico anche attraverso i siti web delle pubbliche amministrazioni.
C’è parecchia carne al fuoco, dunque.
Anche Cittadinanzattiva ha dato un contributo fondamentale alla realizzazione di questo testo con una serie di integrazioni ed emendamenti suggeriti sia al dipartimento della Funzione pubblica che alla minoranza parlamentare. Alla fine, si può dire con orgoglio che i cittadini, questa volta, hanno dato un contributo fondamentale e hanno tutto l’interesse all’approvazione del provvedimento. Ora è importante che il Senato approvi rapidamente il testo, anche per evitare i rischi di un progressivo depotenziamento.
Una volta approvata definitivamente la legge, i rischi che dovremo affrontare saranno i soliti. Un’ottima legge ma completamente inattuata: è un classico leit-motiv della storia della politica e dell’amministrazione in Italia. Proprio per questo servirà la vigilanza di tutti.