L’associazione ha deciso di continuare l’opera di scavo iniziata nel lontano 189, ma condotta a fasi alterne, che aveva portato alla luce un antico municipium romano, chiamato Civitas Claterna.
Tale municipium, situato nel territorio dell’odierna frazione di Maggio, venne fondato all’inizio del II secolo a. C. fra le colonie romane di Bologna e Imola, sulle sponde del torrente Quaderna, da cui il nome della città . L’associazione è costituita da due enti pubblici, il comune di Ozzano dell’Emilia e la Soprintendenza per i beni archeologici dell’Emilia-Romagna, e da due soggetti privati, il Gruppo volontariato Città di Claterna, costituito da appassionati e da archeologi professionisti, e l’azienda privata Ima.
Si tratta di un importante esempio di pratiche sussidiarie e di collaborazione tra pubblico e privato, soprattutto tenuto conto del contesto all’interno del quale si esplica questo rapporto: com’è noto, infatti, quello dei beni culturali è un settore che, in Italia, è sempre stato fortemente soggetto alla tutela statale.
Prima del 25, solo la Soprintendenza e il gruppo di volontariato avevano agito parallelamente: la prima, concentrandosi soprattutto sulla tutela del territorio; il secondo, avviando campagne sistematiche di ricognizione di superficie; in seguito, grazie allo stimolo del comune di Ozzano e all’appoggio dell’Ima, pubblico e privato hanno unito le forze.
La collaborazione di tutte queste risorse, umane, logistiche ed economiche ha consentito di avviare un’indagine archeologica sistematica, condotta con apparecchiature tecnico-scientifiche avanzate, che progressivamente sta permettendo di riscoprire l’antica città romana, i cui ruderi sono stati a poco a poco seppelliti e custoditi dalla campagna.
In questi anni, l’Associazione ha riportato alla luce importanti testimonianze della città : in particolare, sono emersi alcuni resti di trincee a protezione della città dagli eventuali straripamenti del fiume Quaderna, che anticamente aveva una portata maggiore rispetto a quella attuale, la parte iniziale del cardo massimo della città e il suo innesto sull’antica via Emilia.
Inoltre è stata trovata una residenza privata di età repubblicano-imperiale, riconoscibile dalla pavimentazione in cocciopesto e dai successivi inserti musivi. Tale ritrovamento è importante perché questo recupero può essere ampliato nella speranza di portare alla luce la quasi totalità di questa domus.
Accanto all’attività puramente pratica, l’associazione provvede alla divulgazione delle ricerche archeologiche non solo tra gli studiosi ma anche, e soprattutto, tra i non addetti ai lavori, tra tutti coloro che vogliono riscoprire le radici storiche della nostra civiltà .
La partecipazione della collettività si attiva con differenti modalità a seconda dell’età degli interessati, ma a tutti, sia ai bambini sia agli adulti, è concesso assistere alle varie fasi della professione dell’archeologo in modo da comprendere che cosa sia realmente e in che cosa consista questa attività e come nasca un lavoro di ricostruzione storica: a tal fine, in alcuni periodi dell’anno, vengono organizzate visite guidate da coloro che attivamente attendono agli scavi.
L’associazione ha predisposto un percorso didattico, rivolto specificatamente alle scuole, articolato in quattro sezioni: percorsi, laboratori, visita all’area archeologica di Claterna e visite alla mostra-museo di Ozzano.
Gli ottimi risultati raggiunti dimostrano quanto possa essere incisiva la sinergia di più soggetti per valorizzare da un punto di vista culturale e storico una piccola area urbana. Tale successo è inoltre testimoniato dal numero sempre crescente di soci sostenitori e sponsor.