Ambiente e sostenibilità 

Il lavoro viene organizzato in più tavoli, suddivisi per argomento ed aperti al contributo di tutti i partecipanti senza vincoli né obblighi

L’iniziativa è partita dal decimo municipio ma già  stanno arrivando richieste di adesione al progetto dal sesto e da numerose associazioni della Capitale. Questa la modalità  d’azione: gli “architetti senza frontiere” identificano, a seconda del municipio, i vuoti urbani (spazi pubblici in stato di degrado o non adeguatamente valorizzati) e raccolgono ogni genere di segnalazione da parte dei cittadini attraverso questionari e sopralluoghi.

Individuate le aree, si dà  inizio ai laboratori di progettazione partecipata utilizzando il metodo dell’Open Space Technology (modalità  di riunione assembleare che vede la disposizione dei partecipanti in cerchio): il lavoro viene organizzato in più tavoli, suddivisi per argomento ed aperti al contributo di tutti i partecipanti senza vincoli né obblighi. Il laboratorio di OST prevede una serie di incontri in luoghi largamente frequentati da giovani ed anziani, soprattutto piazze e scuole, in modo tale da raccogliere un alto numero di adesioni che possano dar voce alle vere esigenze degli abitanti dei quartieri.

Una volta messe a disposizione dei cittadini le tavole con la mappa della zona oggetto del tentativo di riqualificazione, inizia l’operazione: il progettista ha a disposizione una serie di carte corrispondenti ad un determinato elemento di arredo urbano (panchine, illuminazione, aiuole, …) da posizionare sulla mappa nel modo che ritiene più opportuno. Attraverso l’aiuto dell’architetto, si riesce quindi ad elaborare un valido e realizzabile progetto di riqualificazione urbana.

“La richiesta più evidente – spiega Matteo Maria Di Cori, uno degli “architetti senza frontiere” – riguarda gli spazi verdi attrezzati per essere luoghi di incontro e di socializzazione e per poter essere vissuti in tutte le ore del giorno. E poi quella per la copertura il Wi-Fi, richiesta da molti”.

Lo scopo degli incontri è quello di delineare un preciso quadro degli interventi sull’ambiente urbano voluti dai cittadini al fine di sottoporlo all’esame della pubblica amministrazione attraverso la convocazione di un dibattito che miri a discutere le proposte e a canalizzarle in un unico progetto definitivo.