Opendemanio è la piattaforma online dell’Agenzia del Demanio che gestisce oltre 44 mila tra immobili e terreni di proprietà dello Stato. La piattaforma permette di monitorare e geolocalizzare i singoli beni, offrendo informazioni sul valore patrimoniale e l’utilizzo degli stessi. La novità è la creazione di una sezione interamente dedicata ai progetti di riqualificazione e valorizzazione dei beni. Come si legge su Opendemanio ” la valorizzazione degli immobili pubblici è una delle principali attività svolte dall’Agenzia del Demanio ” , sono infatti 323 i progetti di riqualificazione e valorizzazione che interessano palazzi storici, fabbriche in disuso, ex caserme e vecchi fari.
L’obiettivo è renderli di nuovo funzionali: da buchi neri a spazi di cultura e socialità . Nel farlo i progetti sono orientati a massimizzare il valore economico, sociale e culturale dei beni e coinvolgono molteplici soggetti attraverso diversi percorsi amministrativi, finanziari e urbanistici.
Il sito offre schede informative sui singoli progetti come la localizzazione del bene, i soggetti coinvolti, le date di inizio e fine lavoro e lo stato di avanzamento del progetto. Si tratta di progetti tra Stato ed Enti locali, ma in cui spesso sono coinvolti investitori privati, imprenditori o associazioni. Più nel dettaglio sono 130 i piani di “razionalizzazione e federal building” ossia orientati alla gestione ottimale degli spazi in uso alle pubbliche amministrazioni, 138 “cantieri” ossia interventi edilizi a carico dello Stato e volti alla ristrutturazione dei beni e 29 strutture costiere coinvolte nei bandi di concessione del progetto Valore Paese Fari.
Il sito è collegato al database dell’Agenzia del Demanio e quindi in costante aggiornamento e offre una sezione dedicata al download degli opendata. La comprensibilità dei dati offerti è sicuramente migliorabile, specialmente in termini di accessibilità al quadro normativo di riferimento, non disponibile nel portale. Nonostante questo la piattaforma è sicuramente un buon esempio di trasparenza.
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